mercoledì 30 marzo 2011

La foto


Questa foto pervenutami da parte di Benedetto Ruggiero, che mi fa piacere ricordare come grande amico di molti di noi negli anni della nostra esperienza associativa.
Riconosco,oltre Benedetto (1° da destra -3^fila) :
1^ fila da destra:Cesare De Cicco,Lello Muratgia,Raimondo Manca,Claudio Scotti,D'Alfonso:
2^ fila da destra Antonio Menna e Rino Marciano.
E gli altri?
E di che anno parliamo?
Personaggi

Don Corrado o' barbiere: Da alcuni amici che seguono con amore questo tentativo di ricucitura della memoria dei luoghi che hanno visto molti di noi percorrere attraverso incontri ,frequentazioni e semplici sguardi casuali, mi è stato suggerito un ricordo di un personaggio che per alcuni decenni ha imposto la sua simpatia e personalità in via San Carlo alle Mortelle dove aveva il suo negozio di barbiere,
Non erano ancora i tempi del parrucchiere per uomo con annessi servizi di massaggi e lampade abbronzanti ma era semplicemente il luogo organizzato con due classiche poltrone per il taglio dei capelli e la barba ed un piccolo scranno a forma di cavallo per il taglio dei capelli dei bambini.
Don Corrado per tutti (Visone di cognome), un bell'uomo dai capelli imbrillantati e nerissimi,dai modi gentili e dalla battuta sempre pronta, che non lesinava mai un saluto a chiunque passasse davanti alla sua bottega; un solo aiutante,il classico ragazzo di barbiere, in età avanzata, che se non ricordo male si chiamava don Vincenzo che aveva il compito di tenere in ordine la bottega e spazzolare il cliente al termine del taglio di capelli.
L'attesa non era mai noiosa perché Don Corrado sapeva intrattenere i suoi clienti tra un taglio di capelli ed una barba con il racconto di fatti realmente accaduti nel quartiere e quando in attesa c'era più di un cliente, amava suggerire articoli che oggi chiameremo di gossip su Grand'Hotel ,Gente ed Oggi specializzati nelle notizie delle famiglie reali.
A Natale Don Corrado distribuiva ai suoi clienti piccoli  calendari profumati con figure di donnine avvenenti vietati per noi minorenni.
La sfumatura alta fatta rigorosamente con la macchinetta che quasi sempre si inceppava prevedeva un bonario schiaffetto sulla nuca, la domanda di rito al termine di qualsiasi taglio di capelli "mettiamo la brillantina?"e una spazzolata completa da parte do'giovane e'barbiere che con un gesto quasi rituale posava la spazzola e apriva il palmo della mano per la mazzetta.
Don Corrado che già negli anni settanta aveva capito che le mode del tempo lo avrebbero travolto in quanto cominciavano a proliferare i parrucchieri ben organizzati con locali accoglienti che offrivano anche altri servizi,decise di riciclarsi in altra attività che svolgeva saltuariamente solo per pochi clienti: il callista a domicilio.
L'ho incontrato più volte a casa di mia madre,sempre ben vestito,sorridente dove lo attendevano anche altre clienti amiche e parenti di mia madre e lui teneva banco raccontando di fatti e personaggi del quartiere con dovizia di particolari, mai volgari, sempre in un corretto italiano intervallato da termini napoletani che scaturivano grandi risate da parte delle  sue clienti.

sabato 19 marzo 2011

Curiosità : Piazzetta Mondragone

Pensavo giorni fa,in occasione dei festeggiamenti del 150° dell'unità d'Italia ad una maestra di musica e canto della quale non ricordo il nome, che nella scuola elementare Fuà Fusinato, ci insegnava a cantare l'Inno di Mameli ed altri canti patriottici che nel 1961,in occasione del centenario,avremmo dovuto cantare nel grande coro al Teatro S.Carlo.
Quella maestra dai capelli bianchi, sempre sorridente e paziente, aveva a che fare con una istituzione che aveva sede nell'Istituto scolastico, ma nessuno mai ci aveva  detto cosa ci fosse dietro quella grande porta,al secondo piano,per noi misteriosa.
S.Maria delle Grazie
Non ci avevano mai detto che circa trecento anni prima (1655) una donna,la Duchessa Elena Aldobrandini, appartenente all'aristocrazia napoletana che aveva sposato Don Antonio Carafa,Principe di Stigliano e Duca di Mondragone, aveva istituito proprio in quel complesso il Ritiro per Matrone e Vergini Oblate.
Il complesso Mondragone,sito nell'omonima piazza che si trova alla fine della via S.Carlo alle Mortelle, è di fianco alla Chiesa di S.Maria delle Grazie, dove nel giardino antistante c'era una rivendita di fiori e piante dei fratelli Vona (Giuliano faceva parte della nostra comunità).
La Chiesa,tra le principali testimonianze del tardo barocco napoletano,fu progettata,come anche tutto l'attuale complesso attiguo, dall'architetto Arcangelo Guglielmelli (1715-1723) e,dopo la sua morte, da Giovan Battista Nauclerio che progettò il portale in piperno ed il pavimento in maiolica;l'altare maggiore fu progettato da Ferdinando Sanfelice.
Quindi tutto il complesso,compreso i locali dove molti di noi hanno fatto le elementari era occupato dalla pia istituzione che si autogestiva attraverso le rendite,i lasciti di mobili,argenteria,etc
interno S.Maria delle Grazie
Dopo l'Unità d'Italia (1870) fu riconosciuto come Ente Morale,quindi alle dipendenze dell'allora Ministero della Pubblica Istruzione. Successivamente nel 1915 divenne convitto per le bambine orfane e ancora dopo fu istituita una scuola popolare .
Oggi, a seguito di un'intesa con la Regione Campania, è  Polo Regionale della moda femminile con annesso Museo del Tessile e dell'Abbigliamento che custodisce ricami (secolo XVII e XVIII),paliotti e paramenti sacri,opere di maestri ricamatori meridionali,tessuti (secolo XVIII e XIX) di manifatture italiane e francesi,merletti e pizzi eseguiti tra i secoli XIX e XX dalle allieve dell'Istituto.
(visite dal Lunedi al Venerdi- ore 9,00-13,00/14,00-15,00 - tel. 081-4976104).

martedì 15 marzo 2011

Il vecchio terribile

Più di un amico (ma in particolare l'Avvocato Luciano Trimarco suo "simpatizzante"), mi ha chiesto di conoscere qualche dato in più sulla figura di Roberto Marvasi, l'anarchico vissuto nell'antico palazzo di piazzetta S.Carlo alle Mortelle,7, in una casa nel grande giardino della proprietà di don Luigi Patrone, fondatore della rinomata pasticceria Principe, delizia delle nostre Domeniche e feste comandate.

Il vecchio terribile,come ricordo lo chiamavano gli abitanti del palazzo, ormai novantenne, nei primissimi anni '50 (morì nel 1955), lo vedevano passeggiare lungo i viali con la moglie,sua coetanea, ancora bella, dai grandi occhi, si racconta, che sembra fossero  l'unica cosa che facesse intenerire il terribile Roberto.
Figlio del patriota Diomede (13.8.1827-17.10.1875), Senatore del Regno d'Italia, grande giurista, allievo di Francesco De Sanctis con il quale partecipò ai moti del 1848.
processo Cuocolo
Roberto, primo di cinque figli, pubblicò nel 1928,periodo in cui si rifugiò a Marsiglia perché perseguitato dal regime fascista, una raccolta di interventi tenuti nella città che lo ospitava, intitolata Malavita contro Malavita, una serie di riflessioni sulla realtà napoletana e sui maggiori processi del tempo come il processo Cuocolo dove erano imputati i più grandi esponenti della camorra.
Ma Marvasi, anche attraverso il suo giornale Scintilla ,teneva a dimostrare  gli intrecci tra  potere e  camorra, tra  borghesia e  bande criminali usate per arrestare qualsiasi tentativo di rivolta dei ceti più poveri e delle organizzazioni operaie.
Denunciò il proliferare della camorra e della mafia nell'Italia meridionale e la dilagante corruzione delle forze di polizia e della magistratura , convinto che anche il fascismo si fosse servito dei metodi malavitosi per impossessarsi del potere e che l'operazione prefetto Mori fosse stata  una vera e propria farsa.
Qualche studioso ha scritto della sua grande attualità.
  

lunedì 7 marzo 2011

Auguri, don Matteo!

Matteo Ricciardi

L'ho incontrato di recente nella sua casa di San Carlo alle Mortelle al civico 7, al primo piano della palazzina posta in fondo al viale dove un tempo,al piano terra, aveva il suo laboratorio e di fianco c'era una tipografia dalla quale proveniva  il suono,il "dolce suono" della rotativa di don Peppino Pisano altro grande galantuomo.
La sua abitazione di fianco a quella che tra la fine degli anni '60 e gli inizi dei '70,vide il suo studio trasformarsi in palcoscenico dove molti giovani provavano e riprovavano i consumati copioni delle sue commedie.

Non lo vedevo da circa vent'anni, ma sembrava di averlo salutato pochi giorni prima: il suo bel timbro di voce alto, squillante, una energia interiore,una lucidità ed una voglia di trattare argomenti a lui sempre cari,con una capacità  critica lontana dai luoghi comuni  con un amore speciale che ha segnato gran parte della sua vita: il teatro, quel mondo che Matteo Ricciardi ha imparato ad amare nella sua esperienza di amministratore di compagnie (Molinari-Cafiero-Fumo),come autore di testi per i militari negli anni 1942/43.

E' ancora oggi,autore brillante ed ironico nel solco della migliore tradizione del teatro italiano e napoletano testimoniato dalle venticinque opere da lui pubblicate e rappresentate in tutta Italia in particolare da compagnie di giovani attori, alle quali ha sempre guardato con particolare attenzione.

Dal 1973 al 1985 ha diretto una scuola di recitazione da lui stesso fondata proprio per sostenere quei giovani che volevano intraprendere la carriera artistica; ha scritto di Pulcinella,Scarpetta,Petito e Viviani,ha realizzato saggi su Angelo Musco,Siciliano,Govi  oltre a racconti e favole per bambini...e non solo.
Ha scritto anche un'autobiografia non pubblicata (che custodisco gelosamente), testimonianza  unica e rara di un modo di raccontarsi con una sincerità non riscontrabile in qualsiasi altra biografia dove non mancano quasi mai le autoassoluzioni e le autoincensazioni; una vita dura, non facile come tutti quelli della sua generazione.

A chiusura della  prefazione di una sua pubblicazione di alcuni anni fa che ebbi il piacere di scrivere, dissi: "I suoi nuovi lavori e la grande disponibilità nell'offrire la sua esperienza a quanti,conoscendone le non comuni doti di umiltà e altruismo,gli chiedono suggerimenti per mettere in scena i suoi lavori,fanno di Matteo Ricciardi un sicuro punto di riferimento per quanti vogliono imparare ad amare il teatro con il suo stesso entusiasmo che ancora oggi riesce a trasmettere".

E, a distanza di diciotto anni, nel giorno del suo 90° compleanno che cadrà il prossimo giorno 11, oltre ad augurargli lunga vita in ottima salute, riscriverei quelle parole ringraziandolo a nome di tanti amici che mi hanno sollecitato un ricordo in questa occasione speciale: AUGURI, don Matteo.