mercoledì 30 novembre 2011

Le voci di Napoli

Nel Dicembre del 1977, Antonio Altamura pubblicò Le "voci" di Napoli un bel libro sulle voci dei venditori che nei quartieri di Napoli, nei mercati della Pignasecca,di Sant'Anna di Palazzo, nei vicoli, esaltavano la loro merce e invitando i passanti a comprare: dalle verdure al pesce, dalla frutta ai panini con la ricotta, dalle pizze alla pastiera, dai taralli alla carne cotta con la fresella.
Altamura nel suo libro si rifà ad un manoscritto di fine settecento, conservato nella Biblioteca Nazionale di Napoli, di tal Domenico Palmieri,detto Ciccione,che raccolse con molta meticolosità le innumerevoli voci popolari molte delle quali si sono perse tracce ed altre ancora sopravvivono nei quartieri più popolari della città.
Tra le tante riportate, ho cercato di fissare alcune di quelle che ancora vivono nei miei ricordi che vanno dal 1960 alla fine dei '70 ed a quelle che ancora oggi si riescono a catturare non solo nella nostra zona ma anche nei vicoli e nei mercatini da Sant'Anna di Palazzo alla Pignasecca :


'O lattaro,'o lattaro!
'A ricuttella mmiez' 'o ppane, 'o Massese!
C'eveze annevate,annevate 'e cceveze sapurite: Signurì,acalate!
Pizze càvere, pizze càvere a ogge a otto!
Crucchè,tìttule,scagliuòzzele! Te ne magne ciento dint'a nu sciuscio 'e viento!
Ciente lire 'o broro 'e carnacotta, na còtena e na fresella!
Te faccio vèvere 'o broro d' 'e purpetielle verace !
Castagne càvere...'O fummo!
'E friarielle frische,accattate! 
L'accio p' 'e fasule chi 'o vvo?Cinquanta lire 'o fascio!
Uva fràula, Tengo lluva d' 'a Madonna!
?O ggrano pp' 'a pastiera, 'o ggrano!
Cicere, necelline, semmentelle: 'o spassatiempo!
Acalate 'o panaro: vulite nu quarto 'aulive 'e Gaeta?
Magnateve 'o cocco! Frisco, 'o cocco!
Tengo 'e rrose d' 'o mese 'e maggio!
Alice,alice,songo vive ancora!
Tengo 'argiento vivo int' 'a spasella
Fravagli 'e triglie,fravaglie ' retunne,ih che freschezza!
Purpetié, tu si' verace overo, purpetié!
Aiutammo sta varca! Pigliateve 'e lacce p' 'e scarpe! Allacciateve 'e scarpe!
Ramma,attone,chiummo!Chi tene fierre viecchie 'a vénnere?
Americane,fummate! 'A Morisse,'o viecchio cu' 'a barba, 'a Cesterfieto,'e Palle 'Mmano! Fummate!







giovedì 24 novembre 2011

Chiaia, un quartiere tra storia,ricordi e leggenda

Ponte di Chiaia

Un’ antica etimologia,oggi abbandonata , supponeva che “…il luogo fosse la plaga olimpica dove Napoli antica celebrava i giochi e le feste di Giove”(G.B.Ajello-1845)
                                                                                                                                   
Da quando sono rientrato a Napoli, nelle soleggiate mattinate domenicali amo percorrere il lungomare da largo Sermoneta a Piazza Vittoria per poi fare ritorno attraverso la zona interna del quartiere Chiaia, Piazza dei Martiri,via Filangieri,via dei Mille,San Pasquale e la Riviera.
Il lungomare di via Caracciolo, tra i più belli del mondo,  realizzato con una colmata a mare nella seconda metà dell’800, periodo in cui, per circa un ventennio, furono ultimate anche le zone interne del quartiere con via dei Mille e la zona di piazza Amedeo ed il completamento del Corso Vittorio Emanuele, andò ad affiancare la splendida Villa Comunale voluta da Ferdinando IV di Borbone a partire dal 1780.
La Riviera di Chiaia, parallela sia alla villa comunale che alla via Caracciolo, accoglie tra i più bei palazzi napoletani: Palazzo Ravaschieri di Satriano, Palazzo San Teodoro,Palazzo Pignatelli di Strongoli del Niccolini, Palazzo Bagnara,etc.realizzati in epoca precedente sia alla Villa che al lungomare.
Una passeggiata immersa in una storia secolare  dove ogni angolo testimonia un’epoca , un periodo  di trasformazione, di evoluzione del tessuto storico ed architettonico di un quartiere ritenuto a giusta ragione tra i più belli della città, un quartiere quello di Chiaia,( nome derivante dal latino plaga ,attraverso il catalano platja o il castigliano playa, ovvero spiaggia,termine che già nel VI secolo -epistole di S.Gregorio- indicava il litorale occidentale di Napoli, successivamente definito Chiaja) di cui fa parte la nostra San Carlo alle Mortelle.
Gradoni di Chiaia
In verità le strade del quartiere da noi più consumate erano quelle di via Filippo Rega  o le Rampe Brancaccio per raggiungere via dei Mille dove tra una vasca  e l’altra si sperava di fare fortunati incontri o di fare nuove conoscenze , via Nicotera ed il Ponte di Chiaia (realizzato per volere del Re Filippo di Spagna che mise in collegamento le Mortelle con Pizzofalcone) per raggiungere Piazza del Plebiscito e via Toledo o raggiungere gli amici di via Monte di Dio, i gradoni di Chiaia, oggi finalmente riportati all’aspetto originario dopo la loro soppressione  ed il tratto del Corso  Vittorio Emanuele da piazzetta Cariati a S.Maria Apparente per la sosta obbligata da Principe, una delle più rinomate pasticcerie della città per far ritorno sempre in piazza, il luogo del rifugio sicuro, dove incontravi l’amico,il compagno di gioco,di impegno sociale, dell’associazione parrocchiale,l’amico con cui confrontarti sulla partita del giorno prima o sulla notizia del telegiornale, dell’unico telegiornale della giornata ,dell’unico canale della televisione in bianco e nero .
Un’amica  non residente a Napoli che ci segue con passione dall’estremo nord del Paese,  mi ha più volte espresso il desiderio di conoscere questi luoghi della nostra memoria, di percorrerli per catturarne qualche impronta  e cercare di avvertirne gli echi più volte testimoniati dai numerosi amici attraverso i commenti che pervengono sia sul Blog che attraverso la rete.
Sarà dura poter trasferire sentimenti e testimonianze di un periodo che molti di noi conservano gelosamente nella propria anima, ma farò una eccezione. 

sabato 12 novembre 2011

Napoli, nelle parole di Erri De Luca

Per questo fine settimana di metà Novembre, tra temperature variabili e ancora un po' di sole che si concede agli irriducibili come me desiderosi di farsi avvolgere dai suoi raggi sulle spiagge della costa Flegrea o nelle  lunghe passeggiate del meraviglioso lungomare di questa tanto bistrattata città, la voce del  grande scrittore Erri De Luca, figlio di questa terra e di questi quartieri (Monte di Dio) , parla di Napoli con pacatezza ed amore in questo video caricato su You Tube da Stefano Stefanoli:
  

venerdì 4 novembre 2011

Festa di San Carlo

S.Carlo Borromeo-Antonio De Bellis
E' il 4 novembre di un anno che non ricordo o forse si, il 1964,65,66,67, fa lo stesso, perché erano tradizioni che si ripetevano puntualmente ogni anno, ed era una gran festa, composta,dignitosa con grande partecipazione popolare.
Sembra ieri......

Ieri sera si sono concluse le quarant’ore e oggi è San Carlo Borromeo, Santo a cui nel 1616  fu dedicata  la Chiesa costruita su progetto del sacerdote barnabita Giovanni Ambrogio  Mazenta  e successivamente affidato all’architetto napoletano  Giovanni Cola Di Franco.
Oggi è giornata speciale  e stasera  gran liturgia con la concelebrazione di alcuni sacerdoti  che verranno un po’ da tutte le parti di Napoli.
Il Parroco di Santa Maria Apparente p.Spina, p.Ubaldi ,il prete della piccola chiesetta della Cesarea che chiamiamo la morte in vacanza per il suo fisico particolarmente magro ed alto, dal volto scavato, meglio conosciuto ed apprezzato  nella sua zona per la Messa più veloce della città.
Poi un prete anziano, di piccola statura , tappetiello e il vecchio canonico Lucariello ,scarrafone ,  per  la particolare conformazione del suo strano naso, con la sua  mantella  plissettata ,i calzini rossi, il grande cappello ed i suoi immancabili tic che suscitavano talvolta le impertinenze degli scugnizzielli del quartiere.
Non può mancare Don Crescenzo della vicina Chiesa di Betlemme, altra istituzione della zona.
Fuori della Chiesa due carabinieri in alta uniforme con il gran pennacchio, in attesa di rendere gli onori al Cardinale Castaldo e dal '66 al Cardinale Ursi che per l’occasione celebrerà messa.
In piazza il solito gruppo in sosta permanente ad ascoltare le ultime avventure del mitico Paolo C., con Costantino, Amedeo,Gustavo,Renato, Glauco, Pasquale,Bruno,Claudio,Sergio,Enzo e tanti altri; stasera c’è anche fagiolino, soprannome del caro Luigi Uzzo, interprete indimenticato ed unico delle più belle commedie di Eduardo De Filippo, celebre Niculino nella splendida Natale in Casa Cupiello.
A proposito di Eduardo, più tardi, come di consueto, passerà lo scenografo del Maestro, Bruno Garofalo, con il suo immancabile sorriso saluterà tutti con un gesto affettuoso.
Don Adolfo per l’occasione è più che mai vigile davanti al portone per garantire l’ingresso alle auto del palazzo e godersi la rara occasione di ordine e pulizia della piazza.
Qualche scugnizzo ancora approfitta della festività per riempire  ‘a cascettella de’muorte  ,piccola scatola a forma di parallelepipedo contrassegnata sui lati da croci nere utilizzata per raccogliere monetine nel giorno della ricorrenza dei morti; Marittiello approfitta della nostra complicità e collaborazione  per racimolare qualche soldo nel gruppo  dei giovani che assisteranno alla liturgia con Aldo  in testa nella funzione di gran turiferario  sotto la guida di Franco Alfarano.
Ormai si è fatta ora, stanno entrando le ciechine con le loro straordinarie voci che creeranno come sempre momenti  di grande emozione  con il sottofondo d’organo del bravo Maestro Padre Romano.
Ormai  tutto volge al termine, la ditta degli addobbi  Aletta sta già  smontando i drappi dalla facciata  e la gran folla si dirige verso casa  e la NSU Prinz del Parroco si avvia verso Materdei, Don Adolfo chiude i battenti del gran portone dopo che la scia della pipa di Ubaldo e del suo borbottare hanno svoltato il viale.  

Rimangono  fissi nella mente e nel cuore solo i ricordi. I devoti,se vorranno,potranno ricordare San Carlo come me, fuori della grande cancellata ancora chiusa dal 23 settembre del 2009 a seguito del crollo del solaio di calpestio e della relativa splendida  pavimentazione del '700.