Non c’è più la Napoli di Mastriani, questo
straordinario scrittore, vissuto nella casa paterna in via Concezione a
Montecalvario, 52 prima di trasferirsi
alla salita Infrascata, che ha saputo più d’altri cogliere gli aspetti più
profondi della Napoli del suo tempo, dell’’800. La descrizione che fa del
periodo natalizio a Napoli , della quale ne riporto a parte un piccolo estratto,
è, anche se con toni diversi, quello
impresso nei miei ricordi degli anni dell’infanzia,dell’adolescenza.
Le strade
dei quartieri, il mercato del pesce di via Santa Brigida, erano tutto un grande
addobbo, una immensa esposizione dei prodotti di terra e di mare , grandi parate ,proprio come ben descrive il
Mastriani, con luci prodotte da lampadine giganti, fino a notte e tutto restava
in esposizione con la veglia del padrone o di suoi familiari. Le vasche in
legno verniciate d’azzurro all’esterno, con acqua corrente, piene di capitoni
ed anguille, le parate all’esterno delle salumerie con ogni ben di
Dio, e quelle dei fruttivendoli con gli agrumi a farla da padrone. Era come una
gara tra commercianti della stessa strada, dello stesso quartiere, la salumeria
di Don Ciro ed Enzo con quella più grande dell’altro Ciro, Marchitelli, i
fruttivendoli Don Ciccillo prima
ambulante in via San Carlo alle Mortelle e poi nel negozio di piazzetta
Mondragone con addobbi che arrivavano al di sotto del balcone del primo piano,
le vetrine delle pasticcerie da Miranda a Taranto e alla magnifica pasticceria
Principe al Corso con l’ esposizione dei dolci tipici : roccocò, pasta reale,
cassate, cassatine, mustacciuoli, raffiuoli, struffoli e panettoni Motta e
Alemagna.
Una gran festa che durava dall’Immacolata ai primi di Gennaio,una
gran festa che si è andata spegnendo negli anni e non solo per motivazioni dovute alla crisi, perché
negli anni del Mastriani, negli anni della nostra adolescenza le risorse non
erano poi così abbondanti, per niente, ma c’era uno spirito di semplicità e
tanta voglia di vivere tutto ciò che realmente contava per star bene con se
stessi e con gli altri ma il discorso è ben più ampio……
(Na,23.11.1819-Na,7.1.1891) |
Da Il
Natale in Napoli di Francesco Mastriani
“…Fin da’ princìpi della novena di Natale i venditori di frutte
fanno la così detta parata,vale a
dire che davanti alle loro botteghe innalzano un edificio di seccumi e di
frutte fresche;le colonne di questo tempio sono circondate di frondi, e spesso
alberi giganteschi ne sostengono la
mole;nell’interno di questo recinto tu scorgi trofei di uva e di mele,archi di
uve passe, stelle di fichi secchi,piramidi di agrumi, baldacchini di noci e di
vecchioni,ed una formidabile artiglieria di pine. Accanto a questi magnifici
parati si spiegano le ceste de’ pescivendoli, nelle quali vedi guizzare il sire
de’ pesci del Natale, il capitone con sua moglie l’anguilla, e poi
cernie,calamaretti,cefali,cefali,lagoste,merluzzi,e tutta quanta la generazione
degli abitanti del mare. Più lungi i volatili di ogni specie vengono a pagare
con la loro vita il tributo alla più grande e solenne delle feste napoletane:
migliaia e migliaia di capponi,ligati pe’ pedi a gruppi,ingombrano quasi tutte
le vie della Capitale, destinati a funzionare sulle mense la mattina del Santo
Natale……….
...La mattina della Vigilia di Natale Napoli non è che una immensa
cucina, siccome la sera non è che un immenso banchetto. Quasi ad ogni canton di
strada vededi un arsenale di tronaro vale
a dire, un venditore di fuochi di artificio .Tutt’i trovati de’ moderni
artiglieri non reggono al paragone delle botte
inventate per festeggiare il Natale:
ce n’è di ogni dimensione, di ogni nome di ogni forza,di ogni rumore e di ogni
colore. Fulmini innocenti, nunzi di pace e no in di guerra,il folgore e il
tuono primeggiano tra i colpi ….”
Nunzio Alfano
RispondiEliminaMI MANCA MOLTO IL NATALE E CAPODANNO A NAPOLI....CIAO ANTONIO
Glauco Narciso
RispondiEliminacome sempre eccellente!
Grazie Glauco, troppo buono
EliminaQuel profumo che non c'è più....
RispondiEliminaSi, caro Costantino, profumo in tutti i sensi
Eliminacaro antonio bellissimo sempre quello ke leggo e anke cio' ke vedo......la mia piazzetta , quel disegno dietro, a cui non avevo fatto manco caso, mi son venute le lacrime, per tutto, per tutto
RispondiEliminaun abbraccio e grazie
Grazie a te Bruna di avere la pazienza e l'amabilità di seguirmi.Ciao ed un abbraccio anche a te
EliminaGlauco Narciso
RispondiEliminafai una raccolta e pubblicali, inserendo "Gennarino o' bersagliere"... ciao
Glauco, quando raccoglierò un po' di notizie in più sul bersagliere lo farò senz'altro perchè sin'ora ho avuto solo frammenti scarni. Per la pubblicazione c'ho pensato ma è bene raccogliere altro materiale. Grazie si seguire questo tentativo di custodia della memoria di noi fortunati....
EliminaGiulio Narciso
RispondiEliminadescrizione evocativa ed elegante..complimenti!
Grazie Giulio, grazie anche a te delle belle parole
EliminaAdolfo Tavernier
RispondiEliminanon si vedono i capitoni che sgusciano tra i compratori, le montagne di olive, i roccoco e i susamielli, fammeli vedere!!!!
seguiranno alcuni articoli sulle usanze culinarie del Natale che fu.....
EliminaGiorgina Busca Gernetti
RispondiEliminaBellissima descrizione di un mondo che non esiste più.
Grazie...e detto da una intellettuale come Lei mi fa particolarmente piacere
EliminaGiorgina Busca Gernetti
EliminaGrazie per l' "intellettuale". Amo Napoli, l'ho visitata varie volte oppure ci sono passata "al volo" dall'aeroporto verso luoghi limitrofi. Indirettamente so come vi si vive oggi grazie a una mia amica napoletana ("intellettuale" anche lei) che mi descrive la vita attuale. Ora sta scrivendo un libro proprio su Mastriani.
Luciano Trimarco
RispondiEliminaIl quadro della napoli che fu è bellissimo.Grazie Antonio.Con l'occasione ti invito ad ammirare l'albero di Natale del nostro amico " esodato" di S. Carlo alle Mortelle.
Grazie a te, caro avvocato, Il quadro di cui parli lo fotograferò ma forse è l'unica triste continuità di una povertà che cambia modalità ma sostanzialmente ne conserva tratti tragici e tratti comici.
EliminaDusty Sydenham
RispondiEliminaIl valore delle tradizioni che la nostra epoca senza accorgersene sta ormai perdendo....Importante ricordare alcuni pezzi salienti della nostra storia delle tradizioni popolari....Viene voglia di ritornare a quei tempi magnifici...fatti di cuore e solidarietà!!....Grazie Antonio!