I cortili, i vicoli, i giardinetti del Corso alle dieci del mattino
del sei gennaio erano tutti un luccichìo di biciclette ,tricicli,monopattini,carrozzini,
bambini vestiti da indiani e cow boys con archi e pistole , segno che la Befana
aveva svolto il suo compito.
Il ritrovarsi in cortile, ai giardini
pubblici era un atto di normalità perché i luoghi all’aria aperta erano quelli
deputati al divertimento,ai giochi ,all’incontro con gli altri bambini per
giocare assieme anche solo guardandosi.
Quei luoghi sono ormai regno
incontrastato per il parcheggio delle auto,dei motocicli e assolutamente
inibiti ai bambini che i loro giochi devono goderseli tra le quattro mura di una
stanza tre per tre o magari davanti alla televisione con i videogiochi , senza
possibilità di confronto con gli altri.
Anche i vicoli,le piazze dei nostri quartieri,
sempre pieni di bambini, dove la strada era lo spazio inesistente al coperto,
dove per giocare bastava un gessetto per
la settimana , due sacchetti
dell’immondizia per segnare la porta
delle due mini squadre di pallone, poche bottiglie per fare lo slalom con la bicicletta, ‘o carruòciolo ( base di legno su
quattro rotelle, sulla quale i ragazzi correvano per le strade in discesa); a
proposito di carruòciolo, nei miei anni trascorsi a Verona ,ho conosciuto un
campione nazionale di corse su carretti costruiti in maniera meno artigianale
ma con la stessa logica al quale ho consigliato di consultarsi con qualche mia
vecchia conoscenza sui quartieri di Napoli per qualche consiglio tecnico…
Neanche più la strada ormai regno
delle lamiere con quattro ruote e troppa gente tollerante con motori e motorini e non con le grida e la presenza dei bambini.
Con la riscoperta del lungomare
finalmente libero dalle auto e restituito a grandi e piccoli per sane
passeggiate a piedi o in bicicletta, si è tornati in strada; via le auto, i
motori ed ai bambini qualche spazio in
più per giocare, più liberi, più
occasione di incontrare altri bambini
per giocare fuori dalle quattro mura , non più in stato di isolamento, segno
che quando si creano opportunità di utilizzo di spazi prima o poi vengono
utilizzati al punto che con le belle giornate non si riesce neanche più a
camminare a piedi.
La povera vecchia Befana ancora in uso
in qualche parte del Paese è passata in second’ ordine sopraffatta dal più
popolare Babbo Natale e alla povera vecchia non resta che qualche residuo regalo da consegnare,
certa che quanto prima andrà in pensione, Fornero permettendo.
Non solo mi piace,tutto ciò che fai condivido,apprezzo e ti dico (a modo mio) Grazie Anto " Si nun ce stisse tavesse n'venta!!!!"
RispondiEliminaMimmo Maruccia
sempre troppo buono e grande amico, grazie
EliminaAntonella Carleo
RispondiEliminaBravo Domenico e ancora grazie ad Antonio per le emozioni che ci fa vivere.
Grazie anche a te cara Antonella delle belle parole di apprezzamento
Elimina