Per
quelli della mia generazione era il palazzo delle ciechine o de cecatelle, (Cerca
nel Blog :Curiosità
: il coro delle "ciechine" del
16.2.2011), il Convitto Strachan Rodinò per le fanciulle non vedenti
che allietavano con le loro voci angeliche le liturgie solenni della
Chiesa di San Carlo creando un'atmosfera mistica unica.
Il
Palazzo, con un portale di piperno magistralmente lavorato, fu
in origine la sede delle manifatture medicee fiorentine, fabbrica
degli arazzi, sede della lavorazione delle pietre dure e prima sede
dell'Accademia delle Belle Arti successivamente trasferitasi prima in
piazza Cavour e poi definitivametene nell'attuale bella struttura di
via Costantinopoli, ex Convento di San Giovanni Battista delle
Monache (Cerca
nel Blog:Accademia di Belle Arti di Napoli del 25.1.2011).
Verso
metà '800 su pressione dell'Ordine degli Scolopi che desideravano
ampliare gli spazi a loro disposizione, Re Carlo di Borbone
ordinò di trasferire l'opificio presso
il Real Albergo dei Poveri, ordine che non fu mai eseguito volendo le
maestranze ed il loro direttore Pietro Valente restare nella sede
dell'allora salita San Carlo alle Mortelle successivamente via
Filippo Rega.
Oggi
è prevalentemente abitato da famiglie con eccezione del primo piano
di proprietà comunale che risulta abbandonato ed in cattive
condizioni con infiltrazioni d'acqua piovana che potrebbero
seriamente pregiudicare l'incolumità di chi abita al piano terra.
A
seguito di alcune segnalazioni di
abitanti preoccupati per alcuni rumori provenienti dalla proprietà
comunale,
l'Associazione Futura ha interessato
l'Assessorato
al Patrimonio che,
si spera, voglia accertare con sollecitudine quanto segnalato.
Siano Giovanni
RispondiEliminaindimenticabile questo il mio asilo 1950, ricordo ancora i nomi delle suore ed anche le due bidelle . che bei ricordi !!!
Angela Talu
RispondiEliminaAntonio ,grazie al tuo Blog sto conoscendo tanti aspetti particolari di Napoli ,che sono frutto di ricordi, perciò vivi.
Grazie a te Angela, figlia acquisita di questa città, che hai la bontà e la pazienza di seguire questo modesto tentativo di tenere viva la memoria culturale di una parte di questa meravigliosa città.
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