Sono trascorsi i primi cinque mesi
dell’anno e la lentezza degli Uffici preposti non ha consentito a tutt’oggi l’inizio
dei lavori di consolidamento della Chiesa che determinano anche l’ulteriore
stato di abbandono della piazza antistante con interventi tampone davvero
squallidi e avulsi da una sistemazione decente complessiva.
In rete, sul sito Facebook, un grido
d’allarme, forse esagerato, ma che nessuno può escludere con totale certezza:
In rete, sul sito Facebook, un grido
d’allarme, forse esagerato, ma che nessuno può escludere con totale certezza:
“Oggi faccio il mago e prevedo il futuro... vi dico che prima o poi a
Napoli avverrà un disastro con una possibile strage di persone. Circa 4 anni fa
sprofondava via San Carlo alle Mortelle (la strada che dal corso V.Emanuele,
altezza funicolare centrale, scende giù verso il ponte di chiaia), vennero
effettuati lavori di consolidamento della strada ma la chiesa, completamente
lesionata in maniera molto grave è stata semplicemente chiusa. Con il passaggio
delle auto e dei camion, prima o poi crolla tutto perchè a vederla sembra
veramente che si mantenga per opera dello Spirito Santo. Si interpelli anche la
curia ma si faccia qualcosa, abbatterla o consolidarla perchè poi quando ci
saranno le vittime saranno inutili le polemiche.”
Rosario Messina
Rosario, è da tempo che
cerchiamo di riportare un minimo di vivibilità nella zona e la chiusura della
Chiesa dopo l'evento che tu giustamente citi, ha peggiorato il tutto.Da notizie che abbiamo, dovrebbero cominciare i lavori di
consolidamento e restauro entro l'anno, le risorse sono state stanziate da
tempo ma non ancora erogate. La situazione è grave come tu dici, ma la
Soprintendenza ed il Provveditorato alle OO.PP. vanno a rallentatore. Se vuoi
puoi leggere i vari interventi andando a ritroso sugli articoli sin'ora
pubblicati.Grazie per la collaborazione
Ritengo interessante portare a conoscenza degli amici che seguono il Blog , il progetto risultato vincitore per la riqualificazione di piazza Sant'Anna di Palazzo, zona non molto distante da San Carlo alle Mortelle.
Di riqualificazione dei quartieri spagnoli
e di tutto il territorio che va fino al Corso Vittorio Emanuele, di tanto in
tanto se ne parla per enunciazioni o come uno dei tanti sogni del libro dei
desideri.
In un contesto generale di mancanza
assoluta di risorse e dove ogni iniziativa realizzata appare come un miracolo,
c’è chi ritiene che in attesa di tempi migliori valga la pena metterci la
faccia e sfidare l’impossibile.
L’Arch. Gaetano Troncone, consigliere
comunale e professionista apprezzato, ha indetto attraverso l’Associazione
Studio 147 un concorso per la riqualificazione di piazza S.Anna di Palazzo al
quale hanno partecipato 85 tra Architetti ed Ingegneri con 31 progetti che
resteranno esposti fino al 20 Maggio al
PAN.
Conoscendo la non comune attenzione che l’Arch.Troncone
ha in particolare per i quartieri storici della città, qualche mese fa leggendo
dell’iniziativa per S.Anna di Palazzo, gli ho rivolto l’invito per un
sopralluogo per verificare la possibilità di uno studio per la riqualificazione
della piazza San Carlo alle Mortelle ricevendone una promessa di
interessamento.
La riqualificazione della zona, che come altre
della città, sono un patrimonio storico che non merita il degrado e l’indifferenza
delle Amministrazioni che si sono succedute dal dopoguerra, riqualificazione
che significa non solo recupero e conservazione della memoria storica di un
territorio ma anche migliore vivibilità per chi vi abita e possibile percorso
turistico evitando,così, anche l’ulteriore degenerazione ad opera di soggetti
che del territorio ne fanno cosa…loro.
Ben vengano le iniziative come quella dell’Arch.Troncone,
capaci una volta tanto di unire la politica con le necessità reali dei
cittadini nella speranza che i tempi non siano biblici come quelli che
interessano i lavori di consolidamento della Chiesa di San Carlo, vittima delle
lungaggini della burocrazia italiana.
Era de
maggio e te cadéano 'nzino,a schiocche a schiocche, li ccerase rosse.
Fresca era ll'aria, e tutto lu ciardino
addurava de rose a ciento passe.
Era de maggio; io no, nun mme ne scordo,
na canzone cantávemo a doje voce.
Cchiù tiempo passa e cchiù mme n'allicordo,
fresca era ll'aria e la canzona doce.
E diceva: "Core, core!
core mio, luntano vaje,
tu mme lasse e io conto ll'ore...
chisà quanno turnarraje?"
Rispunnev'io: "Turnarraggio
quanno tornano li rrose.
si stu sciore torna a maggio,
pure a maggio io stóngo ccá.
Si stu sciore torna a maggio,
pure a maggio io stóngo ccá."
E so' turnato e mo, comm'a 'na vota,
cantammo 'nzieme lu mutivo antico;
passa lu tiempo e lu munno s'avota,
ma 'ammore vero no, nun vota vico.
De te, bellezza mia, mme 'nnammuraje,
si t'allicuorde, 'nnanze a la funtana:
Ll'acqua llá dinto, nun se sécca maje,
e ferita d'ammore nun se sana.
Nun se sana: ca sanata,
si se fosse, gioia mia,
'mmiez'a st'aria 'mbarzamata,
a guardarte io nun starría !
E te dico: "Core, core!
core mio, turnato io so'.
Torna maggio e torna 'ammore:
fa' de me chello che vuo'!
Torna maggio e torna 'ammore:
fa' de me chello che vuo'