“…Alla fine, quando finimmo di
girare, lui mi disse che aveva un altro appuntamento presso l'ospedale di
Harefield, il giorno successivo. Ma mi disse anche:“Sai perché non voglio
davvero questo cuore nuovo? Perché il cuore è il centro delle emozioni, e un
attore è un uomo di emozioni. Chissà che tipo di attore potrei diventare con il
cuore di un altro che batte dentro di me?”
Non ha mai fatto l'intervento. Ho
sentito della sua morte alla radio, il giorno successivo.
Molti credono che Il Postino finisca con la
morte del personaggio principale, perché Massimo era morto. Non è così – è
semplicemente così che lo avevamo scritto. E quando Mario Cecchi Gori, il
produttore, ha chiesto se finire il film con una morte non fosse troppo
deprimente, Massimo ha risposto:“No, Mario, perché non c'è morte nei film”.(Michael Radford - regista de Il Postino)
Una buona notizia per un grande patrimonio dell’umanità con i suoi circa 2.500.000 visitatori all’anno, dopo crolli e discutibili interventi di restauro. La Comunità Europea ha stanziato circa 42 milioni per opere di restauro e di miglioramento dei livelli di sicurezza
Dopo anni di polemiche, crolli e
interventi della Magistratura, finalmente una buona notizia accolta con soddisfazione da quanti privati, associazioni e studiosi da
anni denunciano lo stato di trascuratezza di uno dei siti più importanti del
mondo grazie anche alla sua unicità di museo più grande a cielo aperto.
Lo stanziamento di circa 42 milioni
da parte della Comunità Europea servirà ad effettuare alcune opere di restauro
ed interventi necessari a prevenire nuovi crolli e ad aumentare i livelli di
sicurezza dopo i saccheggi ad opera
della criminalità organizzata che ha approfittato in questi anni della scarsa
attenzione delle Istituzioni nei
confronti anche degli Scavi Archeologici
di Pompei .
Scavi che sono la più grande
testimonianza della vita romana fino all’eruzione del Vesuvio del 79 d.C.
e la cui restituzione dell’antica città
di Pompei si deve alla felice intuizione e sensibilità di Carlo
III di Borbone compreso il recupero di
numeroso materiale conservato anche presso il museo archeologico di Napoli.
Questa città coperta per circa sei
metri da tonnellate di ceneri e lapilli ha lasciato il segno di vita di quei
momenti terribili dell’eruzione, conservando intatti cose e persone negli
atteggiamenti in cui sono stati sorpresi dalla tragedia e da un dolore
difficilmente immaginabile.
Una vera e propria fotografia,
un’istantanea che ha dato la possibilità agli studiosi di comprendere usi, costumi e anche l’arte di quei tempi .
Un patrimonio unico sotto al cielo e
ai piedi di questo gigante dal cratere di circa 500 metri ed un’altezza di 1500, tra i vulcani considerato uno dei più
pericolosi al mondo e che dall’ultima eruzione del 1944 è piombato in un
preoccupante silenzio certamente non per gli studiosi e quanti sono addetti al
suo monitoraggio costante e continuo con sofisticate strumentazioni che ne
rilevano i più impercettibili movimenti.
Scuola napoletana del XIX sec. "Scorcio di Napoli con
lo sfondo del Vesuvio"
Le recenti dichiarazioni dello
studioso Flavio Dobran della New York University hanno creato non poco allarmismo per le sue
previsioni catastrofiche che anche in assenza di un piano complessivo di
evacuazione che vada oltre la zona rossa ed anche in presenza di uno sviluppo urbanistico eccessivo delle zone vicine al vulcano non può far certamente presagire nulla di buono .
Fortunatamente l’attività
dell’Osservatorio Vesuviano con il monitoraggio continuo della sismicità,delle emissioni di gas dal
suolo, della elaborazione automatica dei dati alla costante attenzione dei
ricercatori, sono la dose minima necessaria di tranquillità per una eventuale
previsione delle possibili criticità.
La testimonianza di questo immenso
museo all’aria aperta che sono gli Scavi Archeologici di Pompei siano di monito a quanti nelle Istituzioni
sono preposti non solo alla salvaguardia di quanto accaduto ma anche di quanto
potrebbe accadere.
Ogni matina scengo a Margellina,
me guardo 'o mare, 'e vvarche e na figliola
ca stà dint'a nu chiosco: è n'acquaiola.
Se chiamma Teresina,
si e no tene vint'anne,
capille curte nire nire e riccie,
na dentatura janca comm' 'a neve,
ncuollo tene 'a salute 'e na nutriccia
e na guardata d'uocchie
ca songo ddoje saette,
sò fulmine, sò lampe, songo tuone!
E i' giuro e ce scummetto
ca si resuscitasse Pappagone,
muresse cu n' 'nfarto
guardanno sta guagliona.
Essa ha capito ca i' sò nu cliente
ca 'e ll'acqua nun me ne 'mporta proprio niente
e me l'ha ditto cu bella maniera:
"Signò, cagnate strada... cu mme sta poco 'a fà
se chiamma Geretiello... è piscatore.
Fatica dint' 'a paranza 'e don Aniello".
Ma i' niente, tuosto corro ogni matína,
me vevo ll'acqua...
e me 'mbriaco comme fosse vino.
Anton Sminck van
Pitloo,pittore olandese stabilitosi a Napoli e fondatore della “Scuola di
Posillipo” abitò in Vico Vasto,15 ma chiamata via San Carlo alle Mortelle come
riportato in tutti i testi dell’epoca.
Abitazione nella quale
nel 1837, alle morte dell’artista, vi si trasferì il maggiore esponente della
scuola di Posillipo, Giacinto Gigante che lasciò la sua casa nel quartiere
Arenella e vi stabilì anche la sede della
Scuola.
Grande paesaggista
napoletano nato l’11 Luglio del 1806, deve la maggiore notorietà proprio alla
frequentazione di Pitloo e degli studi artistici di Huber, Vianelli, Carelli
fino a divenire insegnante di pittura alla Corte di Francesco II di Borbone e
poi richiesto anche alla Corte Imperiale di Russia.
Una raccolta di circa
seicento opere tra disegni, tempere ed acquarelli nel Museo di San Martino, una
stupenda tempera nella Cappella del Tesoro di San Gennaro sono testimonianza
del valore di questo grande artista che all’inizio della sua carriera espose
sovente le sue opere in via Chiaia presso la bottega Picardi.
Da
alcune settimane gli amici che si collegano al mattino in rete su F.B., hanno la fortuna
di trovare una buona dose di ottimismo e di gioia che proprio non guasta di
questi tempi per cominciare bene la
giornata.
Sono
i messaggi di Paolo, il nostro amico che proprio su questo Blog ha voluto
condividere il suo momento particolare, la sua esperienza che procede nel
migliore dei modi e, proprio come tiene a precisare Paolo, grazie non solo alla
medicina ma soprattutto alla sua energia positiva, al suo ottimismo concreto e
mai illusorio, la sua gioia di vivere e la sua grande Fede.
Di
seguito due tra i suoi recenti messaggi:
(foto di Paolo Longano)
“buongiornooooooo come vedete dalle foto di ieri sera...ho
ripreso anche il mio rito nargileeeee ed ho ripreso a danzare.....in
preparazione a lunediiii sto molto meglio i residui influenzali....pare non ci
siano piuuuu...e viaaaaa con gioiaaaaaa si riprendiamooooooooooo grazie
soprattutto alla vostra bella amicizia e al vostro amoreeeee via con gioia e
gioiosa giornata a tutti voiiiiii che Dio vi benedica e che la forza vi
accompagni in ogni momentoooo anche nelle pazzarieeee...perche non devono
mancareeeeeeeee” Paolo
“BUONGIORNOOOOOO!!!SEMPRE PIU'
RIGENERATO DALLE MIE PILLOLE E DALLA NATURA CON QUESTO BEL SOLEEEEEEEE CHE OGGI
MI GODO TUTTOOOOOOOOOO VI AUGURO UNA SERENA E SPLENDIDA GIORNATA PER TUTTO CIO'
CHE VI RIGUARDA.....LAVORO FAMIGLIA AMICI PAZZARIE ECCC..POI CON IL SOLE E'
TUTTO PIU' BELLLO... CERTO SONO RIPETITIVO...MA E' LA MIA GIOIA CHE ME LO FA
ESSERE VI ABBRACCIO TUTTTIIIIIIIIIIIIII!!!!!!!” Paolo