sabato 31 dicembre 2011

Un sereno 2012

Il prossimo 6 gennaio questo Blog compirà il suo primo compleanno, un anno in cui man mano ci siamo ritrovati molti di noi, anche dai posti più lontani ed ogni volta che qualche amico mi ha contattato  per aver appreso di questa iniziativa è stata un'emozione, un piacere nel ritrovarsi anche qualche decennio dopo.
Confesso che inizialmente non immaginavo di ottenere un risultato alquanto lusinghiero con i quasi 4.000 contatti oltre che da Napoli e da molte città d'Italia anche dagli Stati Uniti ,dall'Australia,Germania,Russia,Lettonia,Regno Unito e Singapore.
Dagli Stati Uniti, dal Texas alcuni laureandi hanno utilizzato alcuni articoli per una tesi di laurea sulle tradizioni della città di Napoli.
E’ stato solo un primo tentativo di cominciare un cammino nei ricordi dei luoghi che a molti di noi furono cari e dove ancora alcuni amici continuano a vivere, ricordando personaggi, usanze, momenti di gioia ed anche di tristezza.
Nel corso di quest’anno abbiamo gioito e pianto per  persone a noi care che rimarranno sicuramente nella nostra memoria e nei nostri affetti, siamo riusciti talvolta a suscitare la curiosità di qualche amica di altra zona di Napoli e di altre città italiane al punto che mi hanno chiesto di voler essere mostrati i luoghi che ci videro come una grande comunità di amici.
Mancano poche ore al termine di quest’anno che per molti non rimarrà tra i migliori della propria vita, un anno che ci ha visti tutti preoccupati per il presente e per il futuro sia nostro che dei nostri figli.
Occorre,però, rispolverare il nostro ottimismo di quegli anni anch’essi non facili per il lavoro, la casa e per le turbolenze di una società che, a differenza di quella attuale, era piena di energie giovani con una gran voglia di cambiamento e piena di valori autentici con riferimenti forti anche nella diversità di vedute.
Auguriamoci di essere ancora in grado di fornire alle nuove generazioni, ai nostri figli e nipoti quell’esempio indispensabile per dare loro fiducia ed un minimo di speranza utilizzando tutti gli strumenti necessari per costruire un futuro di maggiore giustizia per una società più solidale dove il lavoro sia nuovamente riscoperto come un diritto previsto dalla nostra Costituzione.
L’attualità non ci conforta ad avere fiducia e speranza, ma abbiamo il dovere di guardare avanti ed essere noi punto di riferimento per il loro futuro.
Auguro a tutti gli amici ovunque si trovino un anno di autentica rinascita e di ripresa non solo economica ma principalmente culturale nella convinzione che le crisi economiche sono anche conseguenza del decadimento culturale di un Paese, il più delle volte voluto e costruito ad arte.
Auguri dal profondo del cuore a tutti.
Un sereno 2012                                         Antonio                
                                                                                         

venerdì 30 dicembre 2011

LA FOTO
(in alto da sinistra verso destra):Cinquegrana,Gigino Attanasio,Franco Stavolo,Flavio Ciappa,Roberto Terminiello e Glauco Narciso     (in basso da sin.verso destra) : il mister Fofo' Contessa,Gigante,Stavolo II°,Costantino Longano,Luciano Piccolo e Gino Riccio

venerdì 23 dicembre 2011

       Un sereno Natale di pace a tutti

'O Presepio
A Natale, me ricordo,
o'presepio appriparavo;
cu 'na spesa 'e poche sòrde:
grotta e case fravecàvo.
Colla 'e pesce e cartapesta,
grastulelle e tavulette.
Se senteva addor'e'festa
'e Gesù...quanno nascette.
Te facevo 'o sciummetiello
cu 'na striscia 'e cart'argiento;
case vecchie e grariatelle,
'e facevo dint' 'a niente.
'A puteca d' 'o chianchiere,
'o pagliaro pe' Benino,
'o negozio a 'o salumiere
cu 'e salcicce e 'o salamino,
magazzino a 'o verdummaro,
e 'o fucon' a 'o castagnaro:
c' 'o cartone 'e fravecavo.
Po' accucchiavo nu castiello,
po' apparavo 'a tratturia,
'nnanz' 'a stalla nu canciello,
'na sagliuta,n'ata via.
Ce vulevano 'e ferriate?
Cu 'e palicche 'e cumbinavo;
sino', 'a copp'a scalinata
'o pastore ruciuliava.
Po' c' 'o vverde e c' 'o bbianchetto:
erba e neve,me pittavo;
me parevo 'o Tintoretto,
quann' 'e quadre se guardava.
Quann'avevo:luna e stelle,
fatt' 'e carta:luna e stelle,
fatt' 'e carta 'e ciucculata,
azzeccavo chesta e chelle.
Era tutto terminato!
'E pasture, po' accattàvo:
Ciccio Bacco,'e pecurelle.
pur' 'o bue e l'asinello.
Po' , 'a vigilia, a mezanotte,
'mprucessione se purtava:
'o Bambino dint' 'a grotta.
Ninna nanna...Se cantava!
                   Tommaso Ricciardi

giovedì 22 dicembre 2011

PERSONAGGI

Edgardo : Era consuetudine che dopo la festività dell’Immacolata, in molte famiglie ci si procurava una o due galline da allevare con maggior cura fino alla vigilia di Natale per poi portarle in tavola per il pranzo del 25.
Gennaro Villani (1885-1948)
Si allestiva un pollaio di piccole dimensioni o fuori al balcone o sotto l’immancabile grande ripiano di marmo in cucina e per tutto il periodo si rifocillavano le povere bestie in maniera tale da trovarle ben pronte per il gran pranzo di Natale che,poi, insieme alla vigilia costituivano le poche rare occasioni di pranzi di una certa consistenza.
La mattina della vigilia di Natale un omino piccolo e magrissimo che provvedeva alle pulizie delle scale del civico 7 della piazza , compiva il suo giro in molti appartamenti per svolgere le sue mansioni di carnefice delle povere bestie alle quali molti di noi si affezionavano , ma il destino era già segnato in partenza.
Edgardo,questo il nome del buon carnefice, compiva il suo gesto normalmente con l’utilizzo di una lametta ma in alcune famiglie dove l’arma non era gradita, usava un sistema a dir poco col gusto dell’orrido: la testa in un cassetto chiuso velocemente.
Ebbene si, Edgardo svolgeva il suo ingrato compito con una naturalezza da far invidia ai più grandi boia della storia.
Abitava in un terraneo in via Filippo Rega che si notava subito per  un piccolo materasso posto all’esterno che stava ad indicare l’attività di suo figlio  Enrico : o’matarazzaro . Aveva svolto i più svariati mestieri e altri ne svolgeva contemporaneamente  dopo aver avuto da giovane una vita un po’ turbolenta favorita anche dalle sue caratteristiche fisiche che gli consentivano  di essere utilizzato per lavori particolari.
Lo ricordo con più contenitori  di buste di latte sul capo, sopra la sua immancabile coppola grigia, in giro per consegnare il latte a domicilio che il più delle volte veniva riposto al di fuori della porta d’ingresso.
Silenzioso, riservato, gran lavoratore , educato , rispettoso,  mai servile, disponibile per qualsiasi mansione si presentasse , con compenso sempre a piacere , compreso quella  del buon carnefice… su delega.
(ringrazio Costantino della preziosa collaborazione)
LA FOTO
Ringrazio Amedeo Longano dell'invio di questa foto del 1966 scattata in occasione dell'ennesima premiazione del fratello Costantino che qualsiasi concorso si svolgesse risultava sempre non tra i vincitori ma il vincitore (poesia e fotografia).
Nella foto mi riconosco (16 anni),primo da sinistra, poi Paolo Frisoni, Costantino, Robustelli e Luigi Giliberti.
Un bel ricordo e se scavando tra le foto di quegli anni ce ne fossero altre con vecchi amici, sarebbero molto gradite.

giovedì 15 dicembre 2011

Echi del Natale

Il periodo che precede il Natale cominciava molto tempo prima, un'atmosfera segnata dalla novena che gli zampognari in costume tipico abruzzese, suonavano in alcune case del quartiere fermandosi sempre davanti ad ogni cappella votiva esistente sul loro percorso, terminandola il giorno dell'Immacolata.
Scendevano dal Corso Vittorio Emanuele per fermarsi in via San Nicola da Tolentino,via S.Carlo alle M.,in piazza, via Filippo Rega per poi proseguire lungo le scale di via Vetriera.
Entravano nelle  case delle famiglie che si erano prenotate per far suonare il piffero e la zampogna davanti al presepe anche nei nove giorni che precedevano il giorno di Natale e i ragazzini del quartiere li seguivano ascoltando quelle note così dolci.
Al termine della novena tornavano nei loro paesi sempre con delle bisacce piene di ogni genere di prodotti alimentari che le famiglie donavano in aggiunta al modesto compenso pattuito.
La settimana prima di Natale l'esposizione particolare della frutta e verdura sui marciapiedi, le vasche dei capitoni e delle anguille attorniate da ogni ben di Dio di pesce, i sacchi pieni di noci,mandorle, castagne do'prevete,al di fuori delle salumerie,e la sera tutta la merce illuminata da grandi lampadine per tutta la nottata fino alla vigilia di Natale.
Ma certamente meglio di me Giuseppe Marotta nell'Oro di Napoli descrive come nessun altro il clima dei giorni che precedono la festa....

"...Bisogna aver visto, a Napoli, una mostra natalizia di frutta.Non essendovi più limiti all'occupazione di suolo pubblico,la mostra esce dalla bottega e s'avvia.Dove finisce,finisce.Può essere un anfiteatro,coi suoi stalli di cachi di melagrane di arance,col suo podio di meloni di fichi d'India di ananas, col suo pulvinare di mandarini di sorbe di mele;oppure può essere un tempio,col suo altare maggiore di nespole e di pere,con le sue navate di castagne e di noci,con le sue colonne di fichi secchi e di uva,con i suoi ex-voto di datteri e banane. La mostra di Don Aniello era poco meno che un monumento alla frutta e come tale costituiva il risultato di uno sforzo artistico e organizzativo. Per giorni e giorni Don Aniello scaricava ceste colme nella bottega;poi vi si rinchiudeva per lavorare al nucleo essenziale dell'esposizione,le cui estreme propaggini si sarebbero infine diramate oltre la soglia nel vicolo...Ma una mostra natalizia di frutta non è un lavoro che si possa disfare la sera e ricomporre la mattina:Addormentandosi il vicolo,Don Aniello mandava a letto la moglie,accendeva i lumi ad acetilene,sceglieva,per collocarvi il braciere,un punto strategico dal quale fosse possibile tenere d'occhio anche il più lontano cestello,e vegliava la sua creatura...." (brano riportato ne "Le voci di Napoli" di Antonio Altamura)

mercoledì 7 dicembre 2011

Riccardo Muti : un grande napoletano

Per chi non avesse visto il Maestro Riccardo Muti a "Che tempo che fa" di Fabio Fazio, propongo questo divertente filmato che mette in evidenza un singolare Maestro Muti :