Tempo fa ho ricordato alcune delle botteghe storiche del quartiere, la pasticceria Miranda, la salumeria di Don Ciro con suo fratello Enzo, la stessa farmacia della dottoressa bionda dalle magiche cartine di 6gr di bicarbonato e 12 gr di cremone per un pan di spagna perfetto da farcire rigorosamente con crema gialla fatta in casa con piccole scorzette di limone.
Per trovare l’introvabile , componenti particolari per guarnire una torta fatta in casa, le caramelle di ogni tipo e gusto, le giuggiole di ogni dimensione e sapore, i formaggini di cioccolata con frammenti di nocciole,i gelati più strani e di ogni marca bisognava rivolgersi alla bottega delle botteghe: Miele al Corso Vittorio Emanuele, con il suo piccolo locale stracolmo d’ogni merce ed un profumo sempre uguale, un misto eccezionale di odori e quest’uomo semicalvo,dal viso rotondo e baffetti che sembrava uscito da un quadro di Toma o di De Bellis, dai modi gentili e sempre disponibile a soddisfare in qualsiasi modo le richieste dei clienti.
Miele era di fianco ad un’altra bottega , quella di don Vittorio ‘o chianchiere (macellaio) che vendeva unicamente carne di cavallo che tra fine anni 50 ed i 60 era fortemente consigliata dai medici per combattere l’ anemia.
Don Vittorio era un omone dalla folta capigliatura imbrillantata dalle maniere gradevoli e gentili e con una grande capacità di centrare il peso signo’,teng’ ‘o peso dint’ ‘e mmane.
Sempre nel tratto del Corso , di quella che fu la strada che nell’ottocento stravolse i connotati originari del Poggio delle Mortelle, che secondo i letterati dell’epoca fu una delle zone più belle della città, la contrada residenziale per eccellenza, la mitica pasticceria Principe fondata da Luigi Patrone e poi gestita dai figli Walter,Geppino e Guido che ne continuarono la tradizione con prodotti di alta qualità ma che purtroppo come tante altre realtà commerciali importanti ebbe fine qualche decennio fa .
Come non ricordare alcuni punti vendita che botteghe non erano ma precisi punti di riferimento per accaniti fumatori di sigarette di contrabbando che a richiesta apparivano dalla cassetta in legno posta sulla carrozzella di un disabile che noi ragazzi immancabilmente l’11 febbraio,giorno del ricordo dell’apparizione della Madonna a Lourdes, caricandolo in spalla, lo portavamo al Santuario in cima alle scale per poi ricondurlo a casa e il suo sorriso ci ripagava della fatica.
Il punto vendita all’ingresso della Funicolare centrale di caramelle, cioccolatini e formaggini d’ogni tipo di un uomo dalla robusta corporatura con i baffi e dai modi tutt’altro che gentili al punto che chi guardava e non acquistava veniva investito da una frase tremenda v’adda venì nu canchero dint’ ‘e mane e, ricordo, che più d’uno lo provocava per constatare la veridicità della sua nota imprecazione.
Banche,supermercati e prodotti tutti ad 1 Euro, ne hanno preso il posto da oltre trent’anni ma le grandi trasformazioni ed il cambio di stile di vita che necessariamente seguiranno all’epilogo della grande crisi potrebbero far tornare alcune attività commerciali ed artigianali, centri di riparazione di oggetti d’ogni tipo.
Qualcosa già si intravede e chissà che non possa costituire una parte della ripresa che tutti auspichiamo.