Come è vero che certi luoghi non è possibile viverli,amarli, immaginarli al di fuori di un contesto complessivo di cui fanno parte.
Senza senso sarebbe parlare di via Posillipo se non inquadrato nell’intera collina da via Manzoni a via Petrarca,al Parco Virgiliano ed a quei luoghi incantati della Gaiola e Marechiaro.
San Carlo alle Mortelle , dal Corso Vittorio Emanuele guarda verso Chiaia attraverso Rampe Brancaccio ,via Nicotera e i Gradoni che finalmente sono tornati tali; ma anche Sant’Anna di Palazzo col suo mercatino, via Cedronio e i vicoletti limitrofi.
Giacomo Leopardi (Recanati, 29.6.1798-Napoli, 14.6.1837) |
Proprio pensando ad uno di questi vicoli , giorni fa, via San Mattia e più precisamente il civico 88 , cercavo d’ immaginare il primo impatto di un uomo, di un grande poeta italiano, Giacomo Leopardi, del quale in questi giorni si è ricordata la sua morte , con una realtà completamente nuova, diversa da quella abituale.
La vita frenetica di Napoli, quella chiassosa del quartiere in netto contrasto con il carattere solitario e malinconico del Poeta che pure gli procurano un tale benessere, una tale voglia di vivere, una vita disordinata non troppo gradita al suo amico Ranieri che condivideva , il piccolo appartamento al secondo piano di Palazzo Berio.
Un Leopardi che oggi definiremmo completamente impazzito per la vita del quartiere, per la sua gente, per i personaggi, per tutto il particolare contesto che riusciva a mitigare la sua malattia , una voglia di vivere attimi di vita come uno di loro.
Purtroppo la sua permanenza nel quartiere fu breve a causa del male che esigeva luoghi diversi, in collina, tra il verde ma il ricordo delle piccole cose, delle scorpacciate di cozze, frutti di mare d’ogni genere, sfogliatelle e la frequentazione dei caffè da via Toledo a Santa Lucia lo ricondussero alla sua ben nota malinconia. .
Le cronache riferiscono anche delle sue fissazioni tipiche del popolo napoletano, dove si ritiene che il pane buono va comprato esclusivamente presso quel forno, il pesce soltanto presso quel tale e i taralli unicamente in via Foria e ‘o pere e ‘o musso soltanto alla Pignasecca.
Vivere in una città ed in una parte di essa calandosi nei suoi usi e costumi , sbagliati o meno che siano , ma vivere i luoghi nel rispetto delle sue tradizioni e, perché no, anche delle sue fissazioni.
Luoghi tra grandi contrasti , capaci di suscitare in chi vi risiede, sentimenti di odio e di amore , ma che anche ad uno dei più grandi ed apprezzati esponenti della poesia italiana provocarono non solo emozioni ma anche tanta nostalgia…e qualcuno di noi mai fu tanto d’accordo con il grande Leopardi.
Ciao Antò,
RispondiEliminaconcedimi questo segno di antica sconosciuta amicizia! Ho letto solo oggi sul tuo blog l'articolo del sabato 19 marzo 2011 su San Carlo alle Mortelle. . . beh vorrei solo farti sapere (dopo 45 anni e questo fatto mi affascina) che io ero alla Fuà Fusinato nel 1966 e "67. . . Ma ciò che voglio dirti è che in questi giorni ho trovato una compagna di quegli anni (facebook) e, guarda caso, ho ricordato "una professoressa di canto canuta e cicciottella" quasi come hai fatto tu.
Da noi veniva ogni tanto anche un soprano a cantare canzoni napoletane. . .si chiamava Nazzaro (la mamma di Gianni) e la figlia era una delle mie compagne di classe!
Di quella sala ho un ricordo magico. . .però rimembro più le grandi vetrate che quella porta misteriosa che tu dici.
In questi mesi lavoro in Tunisia e sono pochissimo a Napoli. . . ma, se puoi, fammi sapere se c'è qualche visita, magari potrei riuscire a venirci.
La vita mi ha costrettoa fare il tecnico ma sono un poeta, ti invio uno scritto. . .
Cordialissimi saluti
Alfredo Landi
Carissimo,
Eliminasapessi la gioia che provo quando leggo email come la tua. Grazie!
La riporterò nei commenti.
Non sempre nella vita riusciamo ad esprimere nel lavoro ciò che in realtà siamo ma continuiamo ad essere noi stessi,poeti,scrittori,narratori,sognatori, sempre nella libertà, nella voglia di comunicare agli altri ciò che in realtà siamo.
Ciao e grazie ancora
Antonio
Un giorno, tra un secolo e non tra un anno, un postero, un solo postero
RispondiEliminaforse ricorderà ai posteri un nostro contemporaneo. Era Egli un uomo
vivace e costumato, amante del bello, della storia e delle tradizioni,
cultore della memoria, fustigatore di costumi, di sani principi, non
scevro da errori e cadute ma pronto a rialzarsi, a riprendere il
cammino guardando avanti, senza dimenticare di volgersi indietro per
motivare la lena..L'uomo, se così può definirsi il gigante, era
sgraziato nel fisico, basso, tarchiato e appesantito dai pensieri e
dagli anni e pur tuttavia mostravasi forte coi forti, generoso, lucido
nel pensiero, sagace ed anche mordente non tanto il cibo che non
disdegnava ma aggressivo e pungente come un aculeo. A questo Signore
sarà certamente dedicato un monumento, una strada, un corso, un parco o
semplicemente una lapide, una targa, una targhetta se non proprio nel
luogo più nobile della Città almeno sulla porta della dimora nella
quale abitò. ***e chi è il signore? eh!eh!..
F.De Notaris
Francè,
Eliminala nostra età è meravigliosa almeno per una cosa: il senso pieno del valore della libertà, il poter esprimere senza riserve il proprio pensiero, ma ti sembra poca cosa?
Le tue parole le colgo con sentimento di vera gratitudine perchè provengono da persona che ha i miei stessi sentimenti, la mia stessa voglia di libertà, di valori per i quali abbiamo creduto e cercato di difendere per una vita.
Un abbraccio
Antonio
Veramente credo che tu fai una grande operazione perchè...vi sia
RispondiEliminamemoria e poi si nota l'amore per le persone apparentemente
insignificanti ma che hanno lasciato un segno.
F.De Notaris
Poi io ironizzo...scherzo ma resta l'essenziale
RispondiEliminaF. DN