lunedì 3 marzo 2014

La Lettera : comunità soggetto di cambiamento

Francesco De Notaris

Caro Antonio, la tua iniziativa ha validità  e crea aspettative. Vorrei schematicamente ripetere quanto accennato Sabato 1 Marzo, e ti ringrazio.
Presente ed invitato come Direttore del Bollettino delle Assise di Napoli che hanno come Presidente onorario e ispiratore l'avv.Gerardo Marotta, non posso dimenticare come la tua e la mia esperienza hanno comuni radici.
Intorno alle nostre Chiese gli abitanti diventano cittadini e comunità perchè hanno e abbiamo ricevuto proposte valoriali ed esempi di vita.
Credo di interpretare il tuo progetto che non mira soltanto a ricostruire o meglio a restaurare la Chiesa di san Carlo alle Mortelle ma a creare una comunità interessata e soggetto di cambiamento.
Nei luoghi nei quali le persone veramente si incontrano e si guardano negli occhi c'è incontro di culture, esperienze, linguaggi,e si evidenziano i i problemi, i conflitti, i contrasti e anche le risorse e le risoluzioni per tutti.
Il metodo dell'incontro, della conoscenza, del dialogo deve essere reso stabile perchè si possa guardare al futuro avendo memoria del passato.
Bisogna superare la crisi di pensiero che è dentro di noi e dare ai giovani esempi e poi interessandoli , lavorando con loro.
Oggi siamo come siamo perchè abbiamo avuto una formazione che non ci spinge ad avere nostalgia ma ci sollecita ad avere a cuore, ad appassionarci, ad amare la Città che non è fatta di pietre soltanto ma di persone vive in relazione.
L'Assessore Daniele ci ha detto che più si offre cultura e più si chiede cultura e più crescono i cittadini.
Bisogna coinvolgere gli studenti e spingerli ad amare il proprio quartiere che non è un cortile ma un luogo dove si impara e si è cittadini del mondo.
Credo che alcuni dei relatori ed altri ancora potrebbero andare nelle scuole della zona e parlare ai ragazzi, così come sarebbe bello condurre i ragazzi a conoscere il proprio territorio. Ed anche l'Istituto Suor Orsola potrebbe contribuire in questo processo, educativo e formativo.


Ecco che dobbiamo guardarci intorno, adottare il quartiere perchè è casa nostra, censire risorse e bisogni, recepire positive proposte e le idee, prendere tutti sul serio.
Essere mattoni di una comunità che diventa sempre nuova non è illusione; è un'utopia possibile.
La crisi spinge a vivere un egoismo di fatto, non voluto e poi ci si sente soli anche nella folla.
I più giovani in facebook hanno migliaia di amici e sono soli dinanzi allo schermo del computer e non fanno esperienza di gruppo, associativa e non vivono uno stare insieme costruttivo e dialogante e troppo spesso soltanto ludico e fuorviante.
La tua iniziativa che comincia a prendere sostanza va...esportata in altri quartieri non come sostitutiva ma come modello e pungolo per tanti concittadini sfiduciati e stanchi che credono di essere impotenti e invece sono una forza, soltanto se si mettono insieme a sperimentare momenti e prassi democratiche.
Vanno messe in comune le esperienze, pubblicizzando i percorsi intrapresi, e comunicando, promuovendo e partecipando. 
Vanno sollecitati tutti i soggetti in campo e gli stessi condominii dei palazzi che insistono sul Poggio delle Mortelle.
Le nostre Istituzioni hanno bisogno di essere  interpellate , incalzate ed affiancate perchè non è possibile fuggire o credere di poter fare da soli.
Sarebbe interessante proporre e sperimentare collegamenti con esperienze simili e formare  gruppi di lavoro su ciò che riguarda la vita degli abitanti della zona con i rappresentanti del quartiere, del Comune, etc., per dare spessore, ordine e unitarietà al lavoro in un unicum che è la nostra Città.
Buon lavoro     

Francesco de Notaris

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