lunedì 18 agosto 2014

E adesso rendiamo onore a un figlio illustre di Napoli


Raggiunto l'obiettivo dell'inizio dei lavori della Chiesa, a giorni la celebrazione del centenario della nascita di Antonio Altamura, la definizione di un più corretto sistema di raccolta dei rifiuti e la presentazione di suggerimenti per la sistemazione della piazza.


Quando mi sono incamminato in questo tentativo di recupero del Poggio delle Mortelle ,della sua Chiesa, dei suoi luoghi, dei suoi personaggi illustri, in apparenza semplice ma molto faticoso per l'inevitabile impatto con la macchina burocratica fatta di lacci e lacciuoli a tutti i livelli che non favoriscono di certo la volontà di quanti con l'unico interesse di salvaguardare il bene comune, ero ben consapevole di dover fare i conti con una macchina amministrativa dove è sempre impossibile trovare chi si assuma le proprie responsabilità in relazione alle mansioni e/o incarichi ricoperti.

Ma la volontà di quanti operano come me fuori dai giochi, fuori da qualsiasi interesse, lontano da qualsiasi volontà di ritorno personale , anche se appare di questi tempi poco credibile, pur messa a dura prova riesce quasi sempre a raggiungere gli obiettivi anche se inevitabilmente ingoiando bocconi amari.

Quando cominciai ad entrare attraverso il mio Blog di nicchia negli schermi dei p.c. di amici e poi degli amici degli amici e poi ancora di conoscenti e simpatizzanti, (circa 30.000 contatti) l'obiettivo principale fu quello di ridare dignità ad un territorio che nella storia della città ha avuto un ruolo non secondario, di risvegliare la memoria storica e culturale senza la quale ogni tentativo di recupero rimane fine a se stesso.

La riapertura della Chiesa parrocchiale dopo la voragine, ritenni che fosse la prima azione da perseguire e, fortunatamente, sul cammino incontrai un amico di vecchia data come Ezio Aliperti che con la sua associazione Futura ha dato maggiore concretezza ad un'azione non semplice ma che oggi faticosamente sembra realizzarsi.

La convinzione comune è stata ed è che solo la riscoperta e la valorizzazione dell'anima di Napoli, i suoi quartieri spagnoli, il centro antico tutti intrisi di storia, di arte, cultura, degli uomini che hanno difeso ciò che era possibile difendere del patrimonio culturale, si potrà giungere ad un effettivo riscatto di una città per troppo tempo preda di saccheggiatori e sfruttatori dalle mani lunghe sulla città.

L'inizio dei lavori il giorno successivo alla scelta dell'impresa e alla nomina del direttore dei lavori è stata una buona giornata o come direbbe il bravo rapper napoletano Rocco Hunt Nu juorno buono, sì una buona giornata che ha ridato speranza a quanti tengono non solo alla riapertura della Chiesa per lo svolgimento della liturgia ma anche per il recupero di un punto di aggregazione per bambini, giovani e anziani.

Ora con l'inizio dei lavori - colgo ancora una volta l'occasione per ringraziare l'Arch.Salvatore Russo del Provveditorato alle Opere Pubbliche che ha messo fine alla lungaggine amministrativa concretizzando il progetto - diamo corso ad un altro degli obiettivi che ci siamo dati non meno importante come dicevo all'inizio per il recupero della memoria storica e culturale conferendo il giusto tributo a quanti personaggi illustri del mondo dell'arte,della cultura, della politica sono nati e/o vissuti nella zona del Poggio delle Mortelle dando un contributo alla crescita culturale della città e che fino ad oggi non si è ritenuto onorare e indicare alla città come figli illustri di Napoli.

Per non curanza? Per ignoranza? Per distrazione degli assessori alla Cultura fin'ora succedutisi e di una classe intellettuale dormiente a fasi alterne?

Antonio Altamura
Il prossimo 18 Settembre, in piazza San Carlo alle Mortelle celebreremo il centenario della nascita di Antonio Altamura scrittore e letterato che con le sue circa centoquaranta pubblicazioni ha dato un contributo determinante allo studio della letteratura medievale, di quella umanistica meridionale, della filologia e principalmente della lingua napoletana, scoprendo una lapide sulla facciata del palazzo contiguo alla Chiesa dove c'è la casa dove è nato e vissuto a lungo lo scrittore, casa che ha segnàto fino alla maturità la sua storia personale, intrecciando la propria vita con quella di personaggi famosi e meno noti, tutti parimenti portatori di quell’anima di Napoli, che ha ispirato ed ha contribuito alla creazione di tutta la sua opera letteraria.


Tornerò presto sui dettagli della cerimonia del prossimo 18 Settembre certo che nessuno dei residenti del quartiere,amici, conoscenti ed esponenti della cultura, farà mancare la propria presenza.

5 commenti:

  1. Enrico Avallone
    io ci saró

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  2. Marta Arancione
    Che meraviglia questo posto....appena si può tutti a visitarlo

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    1. ora è in condizioni pietose, speriamo di restituirgli un minimo di dignità se ciascuno farà la sua parte come promesso

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  3. Marta Arancione
    Tu lo sai..cosa penso..e quanto sia importante avere persone come te

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