venerdì 26 giugno 2015

Positivo bilancio di VEDUTA LEOPARDI 2015

Costanzo Ioni
Si è conclusa ieri la seconda edizione di VEDUTA LEOPARDI, evento organizzato dall'Associazione Futura presieduta da Ezio Aliperti da un'idea del poeta Costanzo Ioni che ne ha curato anche l'organizzazione.

Moltissimi i poeti che vi hanno partecipato, giovani, meno giovani, conosciuti e sconosciuti, tutti sulle scale di San Pasquale al Corso Vittorio Emanuele, difronte palazzo Cammarota per alcuni anni abitazione di Giacomo Leopardi.

Partecipazione notevole di pubblico sia sulle scale che sul filobus storico dove le note della chitarra di Francesco Cuomo hanno creato una particolare atmosfera molto apprezzata

Raffaele Urraro
Ieri nel corso dell'ultima serata intervento dello scrittore Raffaele Urraro autore di Questa maledetta vita Il romanzo autobiografico di Giacomo Leopardi di recente pubblicato e presentato nell'ambito della manifestazione Veduta Leopardi 2015 e dell'ormai arcinoto Ernesto Nocera con le sue chicche di curiosità su Napoli.

Particolarmente apprezzato l'intervento di Vincenzo Villarosa (autore anche delle foto) del quale ritengo interessante riportarne il testo  per quanti come me non erano presenti ieri.

Alla prossima edizione.

LEOPARDI, IL DESTINO DELL'UOMO E DELLA CIVILTA'

di Vincenzo Villarosa
Sulla vita e le opere di Giacomo Leopardi è stato scritto tanto, come è giusto e utile che sia, per una figura di grande spessore intellettuale e umano.
Un grande filosofo italiano, Emanuele Severino, ha incluso, da tempo, il poeta di Recanati nei manuali di storia della filosofia e gli ha dedicato due libri importanti come 'Il nulla e la poesia' e 'Cosa arcana e stupenda'.
Da poco, è uscito in libreria il suo lavoro 'In viaggio con Leopardi' (Milano, 2015), dal quale voglio leggere alcuni passaggi che, secondo me, mostrano l’importanza di Leopardi, non solo come poeta, ma anche come pensatore.

'L’opera di Leopardi è una grande critica della civiltà. Può sembrare che egli stesso favorisca l’impressione di muoversi nella direzione indicata da Rousseau. Eppure c’è ben altro. Leopardi anticipa Nietzsche, anticipa il cuore del pensiero di Nietzsche: il tema della “morte di Dio”. Quando arriva a questo punto, il lettore può trovare la cosa più o meno interessante. Che però riguarda le opinioni dei filosofi e dei letterati. Il mondo va avanti. Ma, chiediamoci, va avanti indipendentemente dalle opinioni umane? Quelle degli uomini comuni e di quelli meno comuni che escogitano le varie tecniche di sopravvivenza, “materiali” e “spirituali”?' (pag. 7).

Più avanti, Severino continua:

'Se si volesse scrivere un libro “facile” sul senso della filosofia, che non includesse il tema della contraddizione, non sarebbe un libro di filosofia. Ed è dalla filosofia che la scienza eredita tale senso. Inoltre, è Leopardi stesso ad affrontare sin dall’inizio il tema della contraddizione e a porlo al centro del suo pensiero.
(...)
Tuttavia, dopo aver tentato strenuamente di circoscrivere la sua violazione, Leopardi si convincerà di dover negare in ogni campo questo principio, e di dover affermare l’esistenza universale della contraddizione. Non c’è bisogno di sottolineare l’audacia di questa tesi. Ma profonde sono le sue ripercussioni sul pensiero di Leopardi e sulla partita che egli gioca con la tradizione dell’Occidente.' (pagg. 13-5).

Leopardi, in breve, come poeta ma anche come pensatore, è di un’attuale 'inattualità' – da sempre e per sempre – e ci fa riflettere sulla necessità dell’arte e della letteratura e, soprattutto, della loro capacità di farci comprendere il 'qui e ora' e l’'eterno' e la loro unità, nella diversità delle espressioni umane.
E tra le tante difficoltà dell’esistenza, di 'Questa maledetta vita' (Firenze, 2015) – come recita il titolo del prezioso libro di Raffaele Urraro, appena uscito in libreria – ci aiuta a capire, meglio ancora a 'sentire' la vita così come forse è, senza aggettivi. 
La vita e basta. 

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