Non vorrei scandalizzare nessuno, non mi fa ne' caldo ne' freddo, mi spaventano solo le motivazioni, le paure,i timori che sono dietro queste rinunce ma chi come quelli della mia generazione che il massimo dell'inizio dell'estate era andare tutti a Positano in 500 per comprare i mitici sandali a ragno che solo i bravi maestri artigiani sapevano realizzare nei tempi di una passeggiata sulla spiaggia grande e ritorno.
I più fortunati, quelli che potevano permettersi un affitto in Costiera, caricavano valige e frigorifero su di un Ape e via per tre mesi a Sorrento,a Piano,a Meta, a S.Agnello.
In piazza a fine giugno veniva da Sorrento un uomo alto e magro,a Vulpella, e da solo caricava masserizie di una famiglia del quartiere e poi via alla volta di Sorrento; un'altra Ape del fruttivendolo di piazza Mondragone, Ciccillo, caricava valige e rigorosamente il frigorifero per partire alla volta di Bacoli dove un'altra famiglia aveva affittato casa per Luglio ed Agosto.
E parliamo di famiglie che potevano permettersi di spostarsi in altre località altrimenti per i più c'erano i vari lidi mappatella, dallo scoglione di Marechiaro a Villa Beck, da Bagnoli a Lucrino.
Marechiaro |
Come non ricordare anche gli anni di Villa Lauro, la cui discesa era consentita a chi aveva il permesso rilasciato dal Comandante a chi in tempo ne faceva richiesta.
Per alcuni di noi quel mare fu fatale, gli incontri, le frequentazioni, le amicizie...
Erano le nostre vacanze, le nostre estati, i giorni del divertimento,degli innamoramenti , erano i giorni che aspettavamo tutto l'anno.
Un panino ed un mangiadischi erano il massimo per trascorrere giornate in compagnia di vecchi e nuovi amici ,senza differenze tra chi poteva permettersi un biglietto dell'autobus o il trasporto barca, c'era sempre un amico pronto a farsene carico,in silenzio, perché era la normalità.
Nulla di nostalgico, ma una constatazione certamente si : contava lo star bene assieme anche se scambiandoci solo un panino alla cieca o dividerlo con l'immancabile amico che aveva portato solo le sigarette.
Glauco Narciso
RispondiEliminaChi ricorda la "carovana" di ragazzini che, sotto la responsabilità della Eroica sig.ra Ruocco, riempiva il 140 per andare a posillipo al bagno Argentina?
Carlo Trupiano: Carissimo Antonio, non sono riuscito a fare un commento sul tuo blog S.Carlo alle Mortelle, per cui te lo faccio su Skype: Sei un GRANDE, è bellissimo, complimenti, perchè hai detto tutte verità ed hai messo fuori tutti i vecchi bei ricordi e le belle semplicità della vita che ci riempivano di gioia.Brvissimo. Con affetto. Carlo
RispondiEliminaLaura Mocellin da Bassano del G.
RispondiEliminaAntonio caro,bellissimi questi racconti piccoli piccoli, sono come le miniature – cammeo: non ti stanchi mai di ammirarle, scopri ogni momento un minuscolo e prezioso dettaglio.Sono frammenti di tante vite, atmosfere, odori, sapori, suoni struggenti, come la poesia e la sua immagine , cartoline da sfogliare all’infinito, sono la storia nostra piu’ vera, piu’ vicina alla parte migliore di un vissuto che appare troppo lontano, suscitano tanto rimpianto, per quel che abbiamo davvero smarrito, ma speriamo di riuscire a ricrearlo prima o poi………. Sto facendo qualche esperienza, al sud, con un gruppo di funamboli ambientalisti poeti cantastorie naturalisti che ti portano con loro per contrade di mare e terra, anche di notte e ti fanno riappropriare di gesti, socialita’, natura, suoni, luoghi, parole, frammenti di vita preziosa, intensa e non ti serve nulla per essere felice, hai tutto l’essenziale… ti raccontero’. Loro sono la compagnia di Thalassia e operano in Puglia, ma anche altrove, hanno la base in un’oasi naturalistica che si chiama Torre Guaceto.Ti abbraccio. Laura
Rossana Improta
RispondiEliminaAntonio grazie per quello che ci racconti e con questi ricordi mi fai tornare indietro nel tempo quando era tutto più semplice ma anche, forse più soddisfacente.
ho condiviso gran parte del tuo racconto. mi conferma in una convinzione che ho da tempo: la nostra è stata una generazione fortunata.
RispondiEliminagià giorni di semplicità, di amicizia,,,di innamoramento, peccato che la sabbia abbia sepolto e trascinato a mare l'essenza della vera felicità, fatta di poco o niente, ma di grandi sentimenti Antonio Menna Roma
RispondiEliminaCostantino Longano
RispondiEliminaSignò, comme facite? so tutt figli vuoste? Esclamò il fattorino del 118, quando salì la signora Ruocco e 15 bambini del palazzo. Carissima e sempre affettuosissima signora Ruocco. E quando mai li avremmo fatti i bagni......
Costantino Longano
RispondiEliminaI ricordi sono come le nocelle, ne mangi una dietro l'altra...Come dimenticare la partenza per le vacanze della famiglia Meo, tutti i bambini attorno alla macchina ch,e Signor Meo stracaricava con materassi ripiegati, stoviglie, biancheria, bagnarola e la bicicletta di Enzo ecc. , poi Signora Meo e figli, tutti stipati, accaldati, contenti.. tranne Signor Meo che si era massacrato di fatica, e partenza per Bomerano (Agerola), che tempi ragazzi, che bello!
Pasquale Ruocco
RispondiElimina6 grande costa-
Clelia Meo
RispondiEliminaOra si ho letto....grazie a te x avere sempre dei ricordi così belli sulla mia famiglia.....♥♥♥
io che non ho vissuto quei tempi, ho avuto la sensazione di aver fatto un viaggio in un passato che non e' esistito.
RispondiEliminai primi contatti con Marechiaro li ebbi quando andavo a casa di un Amico che mi aiutava, diciamo cosi'... li faceva, a fare i compiti in classe di italiano, i temi, che puntualmente sceglievo di attualita', perche' sapevo che lui era piu' preparato... di me.
il pomeriggio dopo il compito in classe andavo di corsa a casa sua, e ne uscivo con la finta brutta da sostituire il giorno dopo e ricopiare in bella.
io, sempre soddisfatto, nell'essere "riuscito a fare" il compito di italiano non ero mai riuscito a prendere piu' di 5. la professoressa aveva capito.
Il panorama da quel balconcino, la musica, il motorino, i temi, il succo d'arancia.
Grazie.
P.S.: la foto da Marechiaro l'ho fatta anche io. rappresenta la vera Napoli quella mancata, quella che sarebbe dovuta essere, ma forse non e' detta l'ultima parola...
Credo di aver capito di chi parla il mio grande amico che scrive dalla bella Melbourne, credo di conoscerlo forse non così bene,perché è anche difficile conoscere a fondo se stessi.Un ricordo quello di Claudio che mi ha sinceramente commosso e non mi capita sovente. Come è vero che l'amicizia non conosce confini,distanze quando i palpiti del cuore sono in sintonia.Grazie a te!
RispondiEliminaMarisa Quintana de Gregorio
RispondiEliminaBella foto e bella storia!!!
Enrico Longano
RispondiElimina....sei una persona eccezionale....se avessi filmato cio' che racconti...con la tua profonda sensibilita'...avremmo oggi realizzato un bel documentario..." ma si puo' realizare..con dei brevi racconti ...dei meno giovani...
Antonio Salzano
RispondiEliminae perché no? Grazie sempre delle tue belle parole.Sei stato un fortunato,sei cresciuto in una famiglia che ti ha trasmesso sensibilità e valori.Un abbraccio
Benedetto Ruggiero
RispondiEliminaMio nonno Daniele, non so come ma era riuscito ad avere un permmesso per poter scendere con una seicento familiare fino a Villa Lauro per poi raggiungere a piedi la vicino Marina di Puolo (sorrento) dove, in una casa di pescatori, si trascorrevano due mesi di vacanza. Con il tuo puntuale ricordo, nel leggerlo ho avvertito i profumi di quei luoghi tanto amati, che...nostalgia
Caro Benedetto,ho sempre amato Marina di Puolo dove mi sono recato per la prima volta nel 1970,con mia moglie e la sua famiglia che in anni più lontani anche loro fittavano casa dai pescatori di Puolo che per i mesi estivi lasciavano casa per metterle a reddito e loro si "arrangiavano" in locali adibiti a deposito di reti e altro materiale da pesca.Hai ragione,che nostalgia!
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