S.Carlo Borromeo-Antonio De Bellis |
Sembra ieri......
Ieri sera si sono concluse le quarant’ore e oggi è San Carlo Borromeo, Santo a cui nel 1616 fu dedicata la Chiesa costruita su progetto del sacerdote barnabita Giovanni Ambrogio Mazenta e successivamente affidato all’architetto napoletano Giovanni Cola Di Franco.
Oggi è giornata speciale e stasera gran liturgia con la concelebrazione di alcuni sacerdoti che verranno un po’ da tutte le parti di Napoli.
Il Parroco di Santa Maria Apparente p.Spina, p.Ubaldi ,il prete della piccola chiesetta della Cesarea che chiamiamo la morte in vacanza per il suo fisico particolarmente magro ed alto, dal volto scavato, meglio conosciuto ed apprezzato nella sua zona per la Messa più veloce della città.
Poi un prete anziano, di piccola statura , tappetiello e il vecchio canonico Lucariello ,scarrafone , per la particolare conformazione del suo strano naso, con la sua mantella plissettata ,i calzini rossi, il grande cappello ed i suoi immancabili tic che suscitavano talvolta le impertinenze degli scugnizzielli del quartiere.
Non può mancare Don Crescenzo della vicina Chiesa di Betlemme, altra istituzione della zona.
Fuori della Chiesa due carabinieri in alta uniforme con il gran pennacchio, in attesa di rendere gli onori al Cardinale Castaldo e dal '66 al Cardinale Ursi che per l’occasione celebrerà messa.
In piazza il solito gruppo in sosta permanente ad ascoltare le ultime avventure del mitico Paolo C., con Costantino, Amedeo,Gustavo,Renato, Glauco, Pasquale,Bruno,Claudio,Sergio,Enzo e tanti altri; stasera c’è anche fagiolino, soprannome del caro Luigi Uzzo, interprete indimenticato ed unico delle più belle commedie di Eduardo De Filippo, celebre Niculino nella splendida Natale in Casa Cupiello.
A proposito di Eduardo, più tardi, come di consueto, passerà lo scenografo del Maestro, Bruno Garofalo, con il suo immancabile sorriso saluterà tutti con un gesto affettuoso.
Don Adolfo per l’occasione è più che mai vigile davanti al portone per garantire l’ingresso alle auto del palazzo e godersi la rara occasione di ordine e pulizia della piazza.
Qualche scugnizzo ancora approfitta della festività per riempire ‘a cascettella de’muorte ,piccola scatola a forma di parallelepipedo contrassegnata sui lati da croci nere utilizzata per raccogliere monetine nel giorno della ricorrenza dei morti; Marittiello approfitta della nostra complicità e collaborazione per racimolare qualche soldo nel gruppo dei giovani che assisteranno alla liturgia con Aldo in testa nella funzione di gran turiferario sotto la guida di Franco Alfarano.
Ormai si è fatta ora, stanno entrando le ciechine con le loro straordinarie voci che creeranno come sempre momenti di grande emozione con il sottofondo d’organo del bravo Maestro Padre Romano.
Ormai tutto volge al termine, la ditta degli addobbi Aletta sta già smontando i drappi dalla facciata e la gran folla si dirige verso casa e la NSU Prinz del Parroco si avvia verso Materdei, Don Adolfo chiude i battenti del gran portone dopo che la scia della pipa di Ubaldo e del suo borbottare hanno svoltato il viale.
Rimangono fissi nella mente e nel cuore solo i ricordi. I devoti,se vorranno,potranno ricordare San Carlo come me, fuori della grande cancellata ancora chiusa dal 23 settembre del 2009 a seguito del crollo del solaio di calpestio e della relativa splendida pavimentazione del '700.
Costantino Longano
RispondiEliminaL'austero, quanto bastava, ma, buonissimo Parroco, Don Raffaele Fontanarosa, negli anni 50, usava esporre una bella statua di S. Carlo Borromeo, ponendola nell'angolo a sinistra della navata centrale, era una bella statua in carton-gesso, non di valore artistico, ma molto adorata dai fedeli; penso sia andata buttata, ahimè, in una fase di ristrutturazione della chiesa. Stamane, passerò e mi tratterrò qualche minuto davanti al cancello chiuso della Chiesa, pregando S. Carlo, affinchè possa riaprire al più presto...
Costantino,mi verrebbe voglia di dirti: non ricordo il particolare della statua in cartongesso per una questione di età, ma non voglio farlo. Scherzi a parte, mi ha fatto piacere il tuo ricordo di P.Fontanarosa,;lo ricordo molto vecchio,buono,dolce e sempre disponibile. Ero ragazzino e ricordo di esserlo andato a trovare nella casa canonica in uno degli ultimi giotni di vita, quando stava già molto male: era sereno e sorridente come sempre.
RispondiEliminaCostantino Longano
RispondiEliminaUn particolare ricordo di Padre Lucariello, "scarrafone", così lo chiamavano nel quartiere, era quando i ragazzacci del quartiere, entravano in chiesa, ed in vista di Padre Lucariello, battevano i piedi per terra, gridando: Accir' o scarrafone, accirrrrr - e Lui, paonazzo di rabbia li "sucutava" fino nella piazza. Onore alla Sua memoria.
Benedetto Ruggiero
RispondiEliminaI ricordi di gioventù,con il passare degli anni,diventano sempre più nitidi e il tempo trascorso a San Carlo alle Mortelle è uno dei più cari, grazie anche all'impegno di Antonio Salzano.
Glauco Narciso
RispondiEliminaUn magnifico acquerello che mi ha fatto rivivere con commozione momenti spensierati della nostra gioventù.
Ringrazio i cari Costantino,Benedetto,Glauco e tanti altri che hanno espresso il loro gradimento su Facebook.Grazie di cuore. Credo che la memoria sia uno dei doni più belli che la vita ci ha riservato e che ci consente di prolungare quei momenti così cari a tanti di noi. Grazie a tutti
RispondiEliminaAntonio
Gabriella Terracciano
RispondiEliminache bello, grazie, Antonio!!!!!
Carmen Ruggiero
RispondiEliminaGRAZIE PER QUESTI RICORDI COSI0 BELLI!!!! SEMBRA IERI EPPURE E' PASSATA UNA VITA !!! SONO COMMOSSA E TI RINGRAZIO TANTO.
Antonio,grazie per quello che hai scritto.Sono tornato indietro di 50 anni con commozione,rammarico e tristezza perchè nel frattempo tante persone di quel fantastico,variegato micro-cosmo sociale di P/tta San Carlo alle Mortelle non ci sono più;ma questo fà parte della giostra della vita.Ricordo di un'altra figura presente nella chiesa:'o siggettar.Era colui che sistemava le sedie di paglia,accatastate nell'angolo a sinistra dell'ingresso della chiesa,dietro compenso di un piccolo obolo da parte dei fedeli.Ricordo anche la piccola stanzetta dove i chierichetti si vestivano per partecipare alle funzioni di natale e pasqua con l'immancabile abbiocco,a cui si cercava di resistere per orgoglio,dovuto all'ora tarda in cui terminavano le suddette.Di sicuro ti farà piacere sapere che mi ricordo anche del muretto sul quale insieme a Gino Cogliandro si strimpellava la chitarra prima che Gino s'arruolasse in marina.Un ricordo,personale,è quando mia zia Olga mi mandava a comprare le sigarette schiacciate Edelwais in tabaccheria da Paolo Contessa che era il fratello di Arturo,il marito di mia cugina Marisa.E ti ricordi d'a lattar?Aveva il negozio al posto dell'attuale farmacia e "capuzzella" che su di un banchetto arrangiato fuori"o' vascio" vendeva i chicchirichì e i triangolini di cioccolatta?Che bello,eh?
RispondiEliminaCaro Bruno,"o'seggiaro" era quell'uomo di piccola statura don Gennaro che dava la sedia per un compenso di 5 lire.Ricordo un particolare, Don Gennaro,sempre vestito dignitosamente, aveva la giacca del vestito così lunga che sembrava un cappotto, capelli nerissimi,pochi e sempre ripieni di brillantina.Ricordi che in tempi come questi sono di gran conforto.
RispondiEliminastavolta metto da parte lo stupido pudore o forse l'indolenza che mi è propria,per ringraziarti,caro Antonio.
EliminaGran lavoro il tuo fatto con garbo e la nostalgia che sai evocare in tutti noi che abbiamo vissuto quei momenti è sana e rigenerante
un caro abbraccio
flavio
"Non è mai troppo tardi" avrebbe detto il bravo maestro della celebre trasmissione televisiva degli anni in cui eravamo ragazzini. Un piacere enorme nel leggertì Flavio,amico dei giorni fantastici della nostra gioventu.Grazie a te per le belle parole certo che vorrai continuare a seguire questo modesto tentativo di tenere non solo viva la memoria comune ma di continuare a sentirci amici. Un caro abbraccio anche a te
EliminaAntonio
Melina Longano
RispondiEliminabell'articolo Antonio, ho pochi ricordi della festa di S. Carlo sono riaffiorati pian piano : l''addobbo alla Chiesa, il prete secco secco da far paura...