giovedì 24 novembre 2011

Chiaia, un quartiere tra storia,ricordi e leggenda

Ponte di Chiaia

Un’ antica etimologia,oggi abbandonata , supponeva che “…il luogo fosse la plaga olimpica dove Napoli antica celebrava i giochi e le feste di Giove”(G.B.Ajello-1845)
                                                                                                                                   
Da quando sono rientrato a Napoli, nelle soleggiate mattinate domenicali amo percorrere il lungomare da largo Sermoneta a Piazza Vittoria per poi fare ritorno attraverso la zona interna del quartiere Chiaia, Piazza dei Martiri,via Filangieri,via dei Mille,San Pasquale e la Riviera.
Il lungomare di via Caracciolo, tra i più belli del mondo,  realizzato con una colmata a mare nella seconda metà dell’800, periodo in cui, per circa un ventennio, furono ultimate anche le zone interne del quartiere con via dei Mille e la zona di piazza Amedeo ed il completamento del Corso Vittorio Emanuele, andò ad affiancare la splendida Villa Comunale voluta da Ferdinando IV di Borbone a partire dal 1780.
La Riviera di Chiaia, parallela sia alla villa comunale che alla via Caracciolo, accoglie tra i più bei palazzi napoletani: Palazzo Ravaschieri di Satriano, Palazzo San Teodoro,Palazzo Pignatelli di Strongoli del Niccolini, Palazzo Bagnara,etc.realizzati in epoca precedente sia alla Villa che al lungomare.
Una passeggiata immersa in una storia secolare  dove ogni angolo testimonia un’epoca , un periodo  di trasformazione, di evoluzione del tessuto storico ed architettonico di un quartiere ritenuto a giusta ragione tra i più belli della città, un quartiere quello di Chiaia,( nome derivante dal latino plaga ,attraverso il catalano platja o il castigliano playa, ovvero spiaggia,termine che già nel VI secolo -epistole di S.Gregorio- indicava il litorale occidentale di Napoli, successivamente definito Chiaja) di cui fa parte la nostra San Carlo alle Mortelle.
Gradoni di Chiaia
In verità le strade del quartiere da noi più consumate erano quelle di via Filippo Rega  o le Rampe Brancaccio per raggiungere via dei Mille dove tra una vasca  e l’altra si sperava di fare fortunati incontri o di fare nuove conoscenze , via Nicotera ed il Ponte di Chiaia (realizzato per volere del Re Filippo di Spagna che mise in collegamento le Mortelle con Pizzofalcone) per raggiungere Piazza del Plebiscito e via Toledo o raggiungere gli amici di via Monte di Dio, i gradoni di Chiaia, oggi finalmente riportati all’aspetto originario dopo la loro soppressione  ed il tratto del Corso  Vittorio Emanuele da piazzetta Cariati a S.Maria Apparente per la sosta obbligata da Principe, una delle più rinomate pasticcerie della città per far ritorno sempre in piazza, il luogo del rifugio sicuro, dove incontravi l’amico,il compagno di gioco,di impegno sociale, dell’associazione parrocchiale,l’amico con cui confrontarti sulla partita del giorno prima o sulla notizia del telegiornale, dell’unico telegiornale della giornata ,dell’unico canale della televisione in bianco e nero .
Un’amica  non residente a Napoli che ci segue con passione dall’estremo nord del Paese,  mi ha più volte espresso il desiderio di conoscere questi luoghi della nostra memoria, di percorrerli per catturarne qualche impronta  e cercare di avvertirne gli echi più volte testimoniati dai numerosi amici attraverso i commenti che pervengono sia sul Blog che attraverso la rete.
Sarà dura poter trasferire sentimenti e testimonianze di un periodo che molti di noi conservano gelosamente nella propria anima, ma farò una eccezione. 

5 commenti:

  1. Bruno Rippa
    La sapevo questa cosa,ed indicava la zona, dove c'erano i pescatori,fuori la mura di Partenope prima e di Neapolis poi.

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  2. Sergio Cola
    Certo che Napoli e' una citta' bellissima! io la amo da morire!

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  3. Bruno Rippa
    La città è bella ma non dobbiamo nascondere la testa nella sabbia.Il peggior nemico di Napoli sono i napoletani.Siamo dei masochisti e consentiamo agl'altri,vedi nordisti e leghisti,d'offenderci continuamente.Quando ci ribelleremo a questa illegalità spicciola diffusa?Gli stereotipi vanno bene perchè ci connotano e dobbiamo esserene fieri ma alla fine contano il rispetto delle regole,delle persone,della natura,dei turisti che ancora vengono in visita alla ns città.Sono queste le cose che rendono un popolo affidabile e credibile.Perciò ritroviamo il ns orgoglio di capitale,una volta,della cultura e andiamo avanti.

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  4. Sergio Cola
    GRANDE BRUNO!!!!

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  5. Bruno Rippa
    Ringrazio il sig.Sergio ma mi rattrista essere arrivato a queste considerazioni con riferimento alla mia città verso la quale mi sento combattuto tra amore e odio.

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