lunedì 24 settembre 2012

Riqualificare i quartieri storici per fermare la degenerazione


Sabato scorso ero a Roma  a casa di amici per festeggiare i sessant’anni di un caro amico di infanzia, nato e cresciuto in questo quartiere. Nel corso della bella e semplice serata tra un disco degli anni ’60 ed un buon bicchiere di vino i ricordi degli anni della giovinezza incalzavano e sovrastavano ogni altro argomento si tirasse fuori.
La presenza di buona parte degli ospiti di provenienza mortelliana ha  come d’incanto catapultato la memoria a fatti,personaggi e luoghi ormai tatuati nella mente e nel cuore di ciascuno.

Ma i ricordi non bastano a nascondere l’amarezza e la delusione dello stato di abbandono in cui versano quei luoghi, la Chiesa ancora chiusa per la voragine di tre anni fa, la lentezza delle Istituzioni che a distanza di oltre un anno dallo stanziamento delle risorse necessarie alla ristrutturazione della bella e storica  Chiesa di San Carlo, non si riesce a pervenire alla erogazione ed all’affidamento dei lavori nonostante il continuo interessamento dello stesso Parroco Don Mimmo al quale periodicamente chiedo notizie ricevendo, suo malgrado, le stesse risposte .

La chiusura della Chiesa  e la mancanza di interventi di riqualificazione della piazza e della zona circostante stanno creando una degenerazione del quartiere in contrasto con la volontà più volte annunciata dalla nuova Amministrazione di valorizzazione dei quartieri spagnoli che con la recente inaugurazione della stazione Toledo della linea 1 della Metropolitana  con accesso anche dalla piazza Montecalvario potrebbe vedere realizzato il sogno di un percorso turistico fino al Corso Vittorio Emanuele proseguendo  verso il quartiere del Vomero attraverso le scale del Petraio, poste in continuazione del vicolo Mortelle.
Sogni ad occhi aperti? Forse, ma se ai sogni  facessero seguito piccoli atti possibili , ben conoscendo la pessima situazione ereditata delle casse comunali, si potrebbe dare avvio ad un processo di riqualificazione che conferirebbe una maggiore vivibilità della zona.

Sbloccare i fondi già stanziati per la ristrutturazione della Chiesa del 1600 è il primo atto che dovrà essere sollecitato con forza e con tutti i mezzi  da quanti  hanno a cuore  la salvaguardia del nostro patrimonio artistico, da quanti abitano nel quartiere ed anche da quanti seppur lontani tengono al recupero ed alla valorizzazione di un luogo caro alla cultura di questa splendida città, tralasciando polemiche e facili critiche che poco o niente servono alla risoluzione del problema .

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