Sabato scorso ero a Roma
a casa di amici per festeggiare i sessant’anni di un caro amico di
infanzia, nato e cresciuto in questo quartiere. Nel corso della bella e
semplice serata tra un disco degli anni ’60 ed un buon bicchiere di vino i
ricordi degli anni della giovinezza incalzavano e sovrastavano ogni altro
argomento si tirasse fuori.
La presenza di buona parte degli ospiti di provenienza mortelliana ha come d’incanto catapultato la memoria a
fatti,personaggi e luoghi ormai tatuati nella mente e nel cuore di ciascuno.
Ma i ricordi non bastano a nascondere l’amarezza e la
delusione dello stato di abbandono in cui versano quei luoghi, la Chiesa ancora
chiusa per la voragine di tre anni fa, la lentezza delle Istituzioni che a
distanza di oltre un anno dallo stanziamento delle risorse necessarie alla
ristrutturazione della bella e storica
Chiesa di San Carlo, non si riesce a pervenire alla erogazione ed all’affidamento
dei lavori nonostante il continuo interessamento dello stesso Parroco Don Mimmo
al quale periodicamente chiedo notizie ricevendo, suo malgrado, le stesse
risposte .
La chiusura della Chiesa
e la mancanza di interventi di riqualificazione della piazza e della
zona circostante stanno creando una degenerazione del quartiere in contrasto
con la volontà più volte annunciata dalla nuova Amministrazione di
valorizzazione dei quartieri spagnoli che con la recente inaugurazione della
stazione Toledo della linea 1 della Metropolitana con accesso anche dalla piazza Montecalvario
potrebbe vedere realizzato il sogno di un percorso turistico fino al Corso
Vittorio Emanuele proseguendo verso il
quartiere del Vomero attraverso le scale del Petraio, poste in continuazione
del vicolo Mortelle.
Sogni ad occhi aperti? Forse, ma se ai sogni facessero seguito piccoli atti possibili , ben
conoscendo la pessima situazione ereditata delle casse comunali, si potrebbe dare
avvio ad un processo di riqualificazione che conferirebbe una maggiore
vivibilità della zona.
Sbloccare i fondi già stanziati per la ristrutturazione
della Chiesa del 1600 è il primo atto che dovrà essere sollecitato con forza e con tutti i mezzi da
quanti hanno a cuore la salvaguardia del nostro patrimonio
artistico, da quanti abitano nel quartiere ed anche da quanti seppur lontani tengono
al recupero ed alla valorizzazione di un luogo caro alla cultura di questa
splendida città, tralasciando polemiche e facili critiche che poco o niente
servono alla risoluzione del problema .
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