giovedì 17 aprile 2014

Il Giovedì dello struscio

Oggi Giovedi della settimana che precede la Pasqua, Santo per i credenti e, aggiungo, praticanti dal Cristianesimo vissuto e testimoniato, si ripeterà il rito liturgico e nella nostra città il tradizionale struscio.

Ma è giusto definirlo ancora struscio ?

Per molti ancora rimane il rito più atteso, per pochi ancora 'o giro dei sepolcri , tre,cinque o sette chiese "sinò nun vale" .

Antiche convinzioni che si intrecciano tra scaramanzia e religiosità popolare.

Via Toledo, la strada dello struscio , da sempre preferita per la passeggiata dei napoletani, da Giacomo Leopardi che dalla sua casa sui quartieri spagnoli amava percorrere per dirigersi ai caffè di Santa Lucia, oggi è la strada dello struscio per 365 giorni l'anno come anche via Chiaia; non ci sono le antiche bancarelle ma ad intermittenza africani e
cinesi che appaiono e scompaiono al passare di finanzieri o agenti municipali. 

Stasera taceranno le campane delle chiese dei quartieri,del centro,di Scampia,Ponticelli e del Vomero nella speranza che tacciano almeno per 48 ore gufi, polemici a vita e nocomunque in attesa delle campane di Sabato che annunceranno la Resurrezione, si spera anche delle predette categorie.

Ripropongo oggi ad un numero di amici molto più numeroso ( siamo a quasi 23.000 contatti) un articolo già  pubblicato nella speranza che faccia piacere a quanti non hanno avuto occasione di leggerlo con la meravigliosa poesia di Raffaele Viviani. 
  



Lo Struscio del Giovedi Santo


L’ultimo rintocco delle campane per un silenzio fino alla notte  tra il Sabato e la Domenica di Pasqua, era il segnale dell’inizio dei giorni della Passione per i Cristiani ed anche per quanti non praticanti si trovavano comunque coinvolti in un clima misto di tristezza e di preparazione alla festa.
Al termine della Liturgia del Giovedì Santo , dopo la simbolica lavanda dei piedi e l’avvio dell’adorazione del Santissimo, presso  uno degli altari laterali addobbato per l’occasione con drappi ,piante, fiori e candele mentre tutt’intorno statue di santi e crocefissi coperti con stoffe color viola.
All’uscita della Chiesa ci si organizzava per scendere giù Toledo dove l’antico rito dello struscio ( che ebbe inizio il 18 Marzo del 1704 al tempo di Re Ferdinando IV) era ormai cominciato con la chiusura della strada che da piazza Carità fino a piazza Trieste e Trento era tutto un fiume di persone che con il rumore delle scarpe strisciate per terra, con il camminare lento per la gran folla, per l’indugiare davanti alle vetrine, davanti alle Chiese dove entrare e compiere il rito dei sepolcri  , sempre in numero dispari, non meno di tre che i più pigri o gli anziani rispettavano entrando ed uscendo dalla Chiesa più vicina tre,cinque,sette volte.
Tutte le Chiese restavano aperte fino alla mezzanotte che negli anni 60/70 era già considerata notte fonda e, quindi, un buon pretesto per la nostra generazione per far saltare le rigidità di orario di rientro in particolare delle ragazze che con la scusa del giro dei sepolcri preferivano frequentare i luoghi abituali per gli incontri con la propria comitiva  o con il proprio ragazzo del momento, il tradizionale  struscio era il rito delle coppie stabili o di quante/i  ancora in stato di libertà e fuori dai gruppi.
Oggi ad ampliare considerevolmente la zona dello struscio con una maxi zona ZTL c’ha pensato il Giggino  Primo  Cittadino , dove non è necessario strusciare  ma soltanto passeggiare e per gli accaniti delle auto solo incazzarsi e maledire il Re Ferdinando IV dei nostri tempi.

‘O STRUSCIO
Giovedì Santo ‘o struscio è nu via vaie:
Tuledo è chiena ‘gente ‘ntulettata,
ca a pede s’hadda fa ‘sta cammenata,
pe mantenè n’usanza antica assaie.
-Mammà, ci andiamo? – Iammo.Ma che faie?
-Vediamo due sepolcri e ‘a passeggiata-
E ‘a signurina afflitta e ‘ncepriata
Cerca ‘o marito can un trova maie.
‘A mamma areto,stanca,pecchè ha visto
Ca st’atu struscio pure se né ghiuto,
senza truvà chill’atu Ggiesucristo,
s’accosta a’figlia:-Titinè,a mammà,
cca cunzumammo scarpe.-l’ho veduto!
E me l’hai detto pure un anno fa!
                                    Raffaele Viviani      

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