giovedì 4 dicembre 2014

La Napoli di Mastriani


Francesco Mastriani, questo straordinario scrittore (Napoli,23.11.1819 –Napoli, 7.1.1891), vissuto nella casa paterna ai quartieri spagnoli,  in via Concezione a Montecalvario, 52 prima di trasferirsi alla salita Infrascata, ha saputo più d’altri cogliere gli aspetti più profondi della Napoli del suo tempo, dell’’800.
Riporto un breve stralcio di un suo scritto tratto da il Natale in Napoli – La novena che introduce il tema del Natale a Napoli riportando indietro la nostra memoria tra ricordi e commozione.

..Gran festa si mena nelle famiglie quando incominciano le dette novene : spesso gli stessi zampognari che han fatto la novena in una famiglia negli anni scorsi si presentano per l'anno che corre, e trovano sempre quell'affettuosa accoglienza che ad antichi amici suol farsi. Proverbiale è la bontà del cuore dei napolitani, egli amorevoli sentimenti che nutrono verso i poveri e la minuta onesta gente.
I ragazzi , al vederli comparire, saltan di piacere, che rimembrano le feste, il presepe, il regalo, i dolci del Natale, le castella di nocciuole, e tante altre care gioie di quella età così bella, così innocente, così spensierata, e che poscia diventano nel corso di tutta la vita, le più soavi ricordanze.

Vedi i più grandetti aggrupparsi intorno a' due uomini del presepe, chieder loro d'imboccar il becco maggiore della cornamusa per trarne un suono ,ovvero divertirsi a batter colle dita l'otre che si va enfiando pel fiato che le caccia dentro il rubicondo suonatore;altri starsene dietro al cennamellaro, imitando grottescamente il suonare che quegli fa del rustico istrumento; i bimbi da latte si appaurano al sentir le prime note acutissime del campestre clarino ,e si rifugiano nel seno della madre o della balia. Intanto quegli accordi che risuonarono alle nostre orecchie fin da' primi anni della nostra vita ne giungon sempre graditi in qualunque età, e sovente spremon sulle nostre ciglia una lagrima ripensando a' genitori o a' parenti co' quali dividevamo le gioie del Natale, e che tanto ne abbellivano il ritorno con le testimonianze del loro affetto.

All'ultimo giorno della novena,sia dell'Immacolata che del Natale, non sì tosto gli zampognari han finito di suonare in una bottega,o al canto d'una strada, senti da' monelli circostanti gridare a piena gola ; Pava,pava (paga,paga). 

Questa parola nè diretta al padrone dell'Immagine, innanzi alla quale gli zampognari han suonato durante la novena, e gli comanda di dare a costoro la dovuta mercede, la quale viene ordinariamente accompagnata dal classico mostacciolo, e dal consueto susamiello (specie di dolciume natalizio con pasta di miele, che ordinariamente ha la foggia d'una S).

Gli zampognari si accomiatano, augurando buone feste, accaparrandosi per l'anno venturo....”
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NOTIZIE 

L'Associazione Futura, su segnalazione di alcuni cittadini del quartiere, ha richiesto ai competenti uffici, la potatura degli alberi al Corso Vittorio Emanuele, altezza Funicolare Centrale, stazionamento Taxi, l'installazione di una panchina in p.tta Cariati in prossimità dell'edicola di giornali e la verniciatura del corrimano centrale della scala che dal Corso V.E. porta in San Carlo alle Mortelle.

I giovani dell'Associazione Futura si sono resi disponibili ad effettuare detta lavorazione.



3 commenti:

  1. 4.12.2014 – Caro Antonio, non conoscevo lo scrittore Francesco Mastriani, la cui foto sembra più quella di un asceta del nord Europa che di un napoletano verace.
    Con molto piacere, e anche un tantino di commozione, ho letto lo stralcio da te riportato del suo scritto “Il Natale in Napoli – La novena”, che ci fa ricordare la nostra infanzia, gli zampognari che introducevano il clima e le festività natalizie, e che, talvolta, ancora oggi si vedono, almeno nelle città più a misura d’uomo o nei quartieri delle grandi citta che ancora restano vivibili.
    Qualche riserva sulla “Proverbiale bontà del cuore dei napolitani, e gli amorevoli sentimenti che nutrono verso i poveri e la minuta onesta gente.”
    In quanto ai ragazzi , che a veder comparire gli Zampognari , “che rimembrano le feste, il presepe, il regalo, i dolci del Natale, le castella di nocciuole, e tante altre care gioie di quella età così bella, così innocente, così spensierata, e che poscia diventano nel corso di tutta la vita, le più soavi ricordanze, saltan di piacere” da anni non vedo questo aspetto di gioia.
    Purtroppo i ragazzi di oggi, scarsamente educati ai valori del natale, presi dal consumismo che traduce il Natale, e le altre feste, solo in occasione di acquisti, settimane bianche, e aspetti analoghi, a tutto pensano tranne che al significato vero della festa, e non so quanti ancora ricordino che il Natale, l’Avvento, è collegato al viaggio che Maria e Giuseppe fecero per sottoporsi al censimento, che durante quel viaggio Maria ebbe le doglie, che insieme a Giuseppe ebbe difficoltà a trovare accoglienza in qualche taverna, che fu costretta e rifugiarsi e a partorire in una stalla, a scaldare il Bambino in una mangiatoia di buoi, che la Sacra Famiglia ricevette poi la visita dei tre Principi Maghi, e che fu poi costretta a scappare per evitare la strage degli innocenti.
    Una volta a Scuola si studiava anche la Religione, e lo si faceva seriamente, e poi c’era la Parrocchia con il suo ruolo di formazione religiosa, e poi c’era il catechismo che ti preparava alla “prima comunione” e poi l’associazione cattolica che ti aggregava e continuava la formazione…: tutte cose che abbiano vissuto e che ci hanno formati.
    Cos’è rimasto, oggi, di tutto questo, cosa hanno lasciato le generazioni successive ai propri figli di tutto questo?
    Comunque grazie Antonio per avermelo fatto ricordare.
    NM

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    1. Caro Nino,

      non posso che concordare con le tue riflessioni, proprio come dici,purtroppo.

      Trascrivo l'articolo pubblicato su questo Blog due anni fa, sperando di farti cosa grata:

      mercoledì 12 dicembre 2012

      Quando era Natale

      Non c’è più la Napoli di Mastriani, questo straordinario scrittore, vissuto nella casa paterna in via Concezione a Montecalvario, 52 prima di trasferirsi alla salita Infrascata, che ha saputo più d’altri cogliere gli aspetti più profondi della Napoli del suo tempo, dell’’800. La descrizione che fa del periodo natalizio a Napoli , della quale ne riporto a parte un piccolo estratto, è, anche se con toni diversi, quello impresso nei miei ricordi degli anni dell’infanzia,dell’adolescenza.


      Le strade dei quartieri, il mercato del pesce di via Santa Brigida, erano tutto un grande addobbo, una immensa esposizione dei prodotti di terra e di mare , grandi parate ,proprio come ben descrive il Mastriani, con luci prodotte da lampadine giganti, fino a notte e tutto restava in esposizione con la veglia del padrone o di suoi familiari. Le vasche in legno verniciate d’azzurro all’esterno, con acqua corrente, piene di capitoni ed anguille, le parate all’esterno delle salumerie con ogni ben di Dio, e quelle dei fruttivendoli con gli agrumi a farla da padrone. Era come una gara tra commercianti della stessa strada, dello stesso quartiere, la salumeria di Don Ciro ed Enzo con quella più grande dell’altro Ciro, Marchitelli, i fruttivendoli Don Ciccillo prima ambulante in via San Carlo alle Mortelle e poi nel negozio di piazzetta Mondragone con addobbi che arrivavano al di sotto del balcone del primo piano, le vetrine delle pasticcerie da Miranda a Taranto e alla magnifica pasticceria Principe al Corso con l’ esposizione dei dolci tipici : roccocò, pasta reale, cassate, cassatine, mustacciuoli, raffiuoli, struffoli e panettoni Motta e Alemagna.
      Una gran festa che durava dall’Immacolata ai primi di Gennaio,una gran festa che si è andata spegnendo negli anni e non solo per motivazioni dovute alla crisi, perché negli anni del Mastriani, negli anni della nostra adolescenza le risorse non erano poi così abbondanti, per niente, ma c’era uno spirito di semplicità e tanta voglia di vivere tutto ciò che realmente contava per star bene con se stessi e con gli altri ma il discorso è ben più ampio……

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  2. 4.12.2014 - Bravo Antonio, mi complimento. Auguri per il prossimo Natale (comunque ce li faremo anche più in là). NM

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