Vicoli, vicoletti, piccole piazze, palazzi secolari, alcuni
sempre ben tenuti altri perennemente fatiscenti, alcuni con cortili,giardini,
viali, balconi dai quali il porticciolo di Mergellina e tutta la collina di
Posillipo sono ben visibili con il mare che fa da padrone ad un panorama che va
dal porto alla collina del Vomero.

Di fianco alla chiesa, in quello che fu il palazzo che ospitò
dal collegio dei Barnabiti,a San Francesco Saverio Maria Bianchi, al pittore Domenico Morelli, allo scrittore
Antonio Altamura, all’anarchico Roberto Marvasi, dove tanti di noi hanno
vissuto esperienze indimenticabili nella comunità parrocchiale che aveva sede nella vecchia canonica della Chiesa di
San Carlo, al primo piano e dove si sono succedute alcune generazioni e quella
successiva alla mia, di Costantino,di Pasquale,di Gustavo, di Andrea,di Glauco
e tanti altri , i nostri figli tra i
quali una splendida persona che ho
rincontrato dopo anni ma della quale avevo sentito parlare e seguito anche di
recente alcune rare ma incisive presenze
in rete, ultima quella di ieri mattina :”Buongiorno! Amici ottima giornata, ci
prepariamo ad un bel Weekenddddddd! Sono a colazione con babbo prima che mangi
anche le mie fette biscottate…mi sono anticipato…è più goloso di me!!!Comunque
ultima settimana, martedi finisco e questa è stata paradossalmente la
migliore…come cali fisici,energie,potenzialità,valori…Tutto grazie a babbo e
tutti voi con noi e naturalmente alla
medicina…ma alla luce di Dio che mai e poi mai ci lascia….Ottime pazzarie a
tutti!!!!! (seguono tre cuori)”.
Credo sia superfluo soffermarsi sulla sua particolare
personalità, sul suo carattere allegro, il sorriso sempre rassicurante, voglia di vivere e stare con gli
altri ed una fede vissuta aliena da bigottismi d’ogni genere, un grande amore
per il suo lavoro e radici salde nel
quartiere “ non saprei vivere altrove,
nonostante io ami i luoghi aperti, il mare, eppure io qui ci sto bene perché ci
sto con l’anima,le mie radici sono qui e
quando mi è successo qualcosa di particolare mi sono chiesto se dovevo dirlo o
no questa cosa che mi è accaduta, ho ritenuto di dover continuare a comunicare
la mia gioia che mi ha sempre accompagnato nella mia vita, la mia fede, il
contatto con gli altri,… sono immerso nella mia storia.”

Cosa è successo ?
"Dire
un problema è riduttivo, io ho un
problema serissimo ma credimi,nemmeno per un
istante ho pensato di averlo; grazie a delle coincidenze religiose ed alle mie
intuizioni mediche ,ho scoperto casualmente un problema molto serio,una lesione
intracerebrale profondissima, glioma alto grado encefalico destro, questa è la diagnosi medica ma
io non sapevo di questa diagnosi,io ho semplicemente percepito dei meccanismi a
livello corticale, io l’ho percepito perché ho la fortuna sin da ragazzo di seguire gli
ammalati,ora sono un medico specialista in riabilitazione ma questa è una
vocazione che ho da sempre, che è nata qui a San Carlo alle Mortelle.
Da anni lavoro sul corpo, io
fisioterapista ,dottore in riabilitazione, non ho voluto mai fare il meccanico
del corpo,nel corso degli anni ho imparato a lavorare sull’energia del corpo,ho
avuto la possibilità di lavorare su altro, su quello che è il riequilibrio vero
e proprio.
Molto spesso le persone che scoprono di avere delle malattie,delle
situazioni particolari, la malattia vera e propria diventa la loro angoscia, preoccupazione di affrontarla;tutto
questo mi ha fatto capire che molte metastasi dei tumori o piccoli malesseri
diventano gravi quanto neoplasie a causa delle angosce delle famiglie che vanno
a soffocare una semplice malattia e farla diventare un tumore vero e proprio.
Molti si chiudono completamente,dimenticano le cose più semplici e naturali, la
famiglia,una passeggiata,un caffè con un amico, il proprio rapporto con la
fede, ci si annulla completamente e muoiono talvolta non per la malattia stessa
ma semplicemente perché si chiudono nel proprio dolore. Ne ho visti tanti, la
maggioranza, quelli più ottimisti arrivare a vivere più a lungo.
Certo, è
difficile accettare”
Interrompiamo per poco la nostra conversazione per salutare un
amico, Gabriele, “figlio di una collega
di università, barelliere come me , ci siamo conosciuti a Lourdes “ Un abbraccio,
un gran sorriso ed una gran gioia di incontrare chi con lui ha fatto quella
dura esperienza di trentasei ore di treno sempre in attività, senza mai
fermarsi .
“Da anni vado a Lourdes e
da due a Medjugorje dove non vado per assistere ad un evento spettacolo, vado
per assorbire la spiritualità di quel posto come quando fai una crociera ai
Caraibi, cerchi di assorbire tutta la bellezza del paesaggio così io mi sono
completamente immerso, non c’è bisogno di andare per vedere, tu vai per
scoprire.
Io non amo mandare sms a Gesù, preferisco incontrarlo come quando ami
una persona un conto è un sms d’amore ed un altro è incontrarla, farla felice.
Aldilà
delle convinzioni di ciascuno, delle riserve personali sulla gerarchia della Chiesa, tu
vai in questi luoghi per avere un incontro diretto perché sai che ti aspetta.
Quest’anno mi è capitato..”(continua)