sabato 7 giugno 2014

Poesia tra le scale

(foto Villarosa)
Terzo appuntamento davanti palazzo Cammarota per omaggiare il Poeta che nel suo peregrinare in varie città d'italia scelse Napoli per trascorrervi gli ultimi brevi anni della sua esistenza.
Nuovamente grande partecipazione di pubblico attento ad ascoltare poeti giovanissimi e meno giovani con le gradite e purtroppo poche interruzioni musicali del bravo Francesco Cuomo  che ha riproposto alcune tra le più belle melodie del repertorio classico napoletano.

Ha ragione Giovanni Formisano, Consigliere del Comune di Napoli sempre presente  a tutte le nostre iniziative , che se manifestazioni culturali  come quella ideata da Costanzo Ioni realizzata dall'Associazione Futura avessero luogo in qualunque altra città, se ne darebbe risalto ed evidenziate come straordinarie occasioni culturali mentre in questa città rientrano in una normalità e in una "ordinarietà culturale" e riempie il cuore osservare decine di persone attente ad ascoltare la voce dei poeti che tutti i giovedì declamano i loro versi  indirizzandoli verso palazzo Cammarota dove Giacomo Leopardi compose alcune delle sue più belle opere divenute  patrimonio dell'umanità.

(foto Villarosa)
Particolarmente interessanti e gradevoli le poesie di Floriana Coppola i cui versi hanno per alcuni minuti ricordato le tante poesie sul tema della detenzione, dei manicomi criminali e delle sofferenze umane in quei contesti raccontate dal poeta Alfredo Bonazzi, il poeta che il Montale amava definire una delle più belle voci della poesia del 900.

Le belle poesie scritte da Salvatore Di Giacomo recitate con voce e cuore di Ernesto Nocera che come sempre ha ravvivato la serata.

(foto Villarosa)
Sotto la guida attenta, appassionata  e scrupolosa di Costanzo Ioni, continueranno gli incontri del Giovedì, magari con qualche verso in musica in più di Francesco Cuomo con le poesie immortali scritte e musicate dai grandi protagonisti della cultura musicale classica napoletana.






(foto Villarosa)
"....Si racconta che la poca simpatia del Leopardi nei confronti degli intellettuali abituali frequentatori dei caffè di san Ferdinando dipendesse anche da un soprannome che questi gli affibbiarono : “'O RANAVUOTTOLO”, il rospo che negli anni è stato interpretato unicamente come la somiglianza tra il non bell'aspetto del poeta e l'animale.

L'Altamura nel suo dizionario napoletano e nella sua opera “i proverbi napoletani"  tratta dell'antico detto napoletano :” 'O ranavuottolo chiagne quanne fa bon tiempo, ovvero la ranocchia è pessimista e perciò piange col sole perché sa che dopo il sole verrà la pioggia e ciò si adatta a coloro che non sanno godere di un momento di gioia già prevedendo gli inevitabili momenti tristi che verranno dopo.”

Diversamente sarà stato l'appellativo attribuitogli dal popolo dei quartieri, di via San Mattia, di via Cedronio,via Speranzella via Santa Maria Ognibbene , di sicuro 'O scartellatto“, il gobbo, certamente non inteso ad offendere, in quanto nella cultura napoletana è sinonimo di fortuna, buon auspicio (nella rappresentazione maschile) e il Poeta che era amante del gioco del lotto non disdegnava a consigliare qualche numero a chi gliene faceva richiesta, e che qualcuno forse salutandolo e ringraziandolo nel poggiargli la mano sulla gobba gli diceva bona jurnata ' on giacumì, bona salute signurì, no po CUFFIA', non per deriderlo ma in segno di rispetto e di ossequio a chi è del quartiere .
Ed era questa la Napoli che Leopardi amò e mi piace ricordare le sue ultime parole in punto di morte rivolte all'amico di sempre Antonio Ranieri "Addio, Totonno, non veggo più luce" Totonno come affettuosamente ogni buon napoletano si rivolge all'amico di nome Antonio." ( dal mio intervento alla terza serata)




3 commenti:

  1. Buongiorno a tutti!! Napoli è anche questa, poesia nella...POESIA...
    Costantino Longano

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  2. 08.06.14 - Anto' mi piace quel "ranavuottolo" erano anni che non lo leggevo, complimenti anche per qeusto. NM

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