martedì 22 luglio 2014

Noi ci stiamo



Al grido di Io ci sto  centinaia di persone collegate su FB, questo tanto bistrattato mostro che riesce a far parlare le persone anche senza conoscersi, hanno aderito alla proposta di aprire una libreria al Vomero, zona collinare di Napoli, per reagire alla chiusura di alcune librerie storiche creando un vuoto in un territorio ad alta densità abitativa.

La chiusura di punti vendita di libri è un fenomeno che non riguarda soltanto una parte della città e non solo questa città. 

La crisi riguarda anche il mondo dell'editoria in genere e le librerie nello specifico anche in considerazione che da tempo le grandi catene come Feltrinelli hanno dato un diverso assetto ai punti vendita creando spazi di lettura e di intrattenimento, luoghi di presentazione di libri e dischi, conferenze e dibattiti.

La mancanza di disponibilità economiche non ha consentito ai librai di investire e trasformare luoghi di sola vendita in spazi di cultura, di approfondimento e, non certamente ultimo, i canoni di locazione più accessibili a punti di ristoro e vendita di panini e patatine.

Ieri al grido di Io ci sto , migliaia di persone si sono date appuntamento in piazza fuga e via Cimarosa per festeggiare un avvenimento unico nel suo genere, una intuizione di Ciro Sabatino, Presidente di Io ci sto che può segnare l'inizio di una nuova era, un azionariato popolare che contribuirà alla rinascita culturale della città, abbandonando piagnistei e richieste di contributi pubblici che le casse dei Comuni svuotate da politiche scellerate dei vari Governi succedutisi in questi ultimi vent'anni non possono più soddisfare.

I cittadini, quelli del fare e non della sola denuncia o dei no-comunque, si riappropriano del diritto basilare di ogni comunità che voglia contare ed esserci, si riappropriano della cultura senza la quale non ci sarà Sindaco o Amministrazione delle più capaci che potrà risollevare le sorti della città che è stata faro della cultura nel Mediterraneo e centro di riferimento culturale d'Europa.

Ancora una volta registriamo che quando i cittadini sono chiamati per essere coinvolti su proposte e progetti concreti e di interesse collettivo per il bene comune, la risposta c'è e Noi ci stiamo


8 commenti:

  1. Michele Morace
    ...avrei piacere di esser smentito dai FATTI !!! Nascendo ottimista ma scettico per vissuto,, mi farà piacere constatare che questa moltitudine di Gente di cultura continuerà ad affollare la struttura aldilà dell'evento sociale di presentazione...

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    1. Michele,
      non credo che quei circa 400 che hanno versato 50 euro per l'Associazione culturale e quelli che hanno acquistato azioni abbiano fatto carità senza motivo.

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    2. ..." forse "...facciamo riferimento a 2 realtà contigue ma diverse : io mi riferisco alla LIBRERIA come CULTURA e non come esercizi commerciali...!!!

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    3. appunto Michele, una libreria che nasce da un'associazione Culturale per di più autofinanziata non è puro esercizio commerciale...ma come al solito non leggi tutto l'articolo ..........e prevale sempre il pessimismo e vedere tutto in negativo, potrà anche essere in futuro ma apriamo gli occhi al positivo, alla speranza, all'ottimismo...

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    4. Michele Morace
      infatti : ho scritto mi farò piacere...!!! Magari come Te, leggo tutto ma può sfuggire il senso...

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  2. Anita Salzano
    Già... dov'erano quando hanno chiuso le grandi librerie? mah..

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    1. Anita,
      le librerie che hanno chiuso al Vomero in particolare ma è fenomeno nazionale, sono quelle che ,come ho detto nell'articolo che forse non avrai avuto l compiacenza di leggere, non hanno investito un euro per trasformare, adeguare i locali alle nuove esigenze di una clientela che non vuole più soltanto scaffali ma vuole vivere, leggere,sentire, partecipare a dibattiti, conferenze, presentazioni, bere un caffè e discutere con altri avventori come avviene nelle megalibrerie che di certo non hanno problemi di vendita così esasperati. Se poi vogliamo fare poesia difendendo due banchi sgangherati, sporchi e poco curati.....per dire che fanno cultura, partecipiamo pure al piagnisteo.

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    2. Anita Salzano
      Ebbravo

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