Quante sono le chiese chiuse a Napoli? Quante le piazze cadute in un degrado incompatibile con la bellezza e la ricchezza storico culturale che le ha accompagnate nel corso del tempo? Impossibile una stima precisa. Una di queste è certamente la Chiesa di San Carlo alle Mortelle, una meraviglia Secentesca sita nel centro storico napoletano, a due passi da corso Vittorio Emanuele e dai Quartieri Spagnoli, un’area a cui si stanno dedicando attivamente cittadini e associazioni, riuniti intorno al blog “SanCarloAlleMortelle”, ideato e curato dal giornalista Antonio Salzano.
L’idea è quella di operare per il ripristino, la cura e la salvaguardia di una zona abbandonata al degrado e colpita persino da crolli cinque anni fa quando, il 23 settembre del 2009, nel pavimento della celebre chiesa si aprì una voragine di circa 10 metri. In quella occasione furono evacuate all’incirca 70 famiglie residenti negli edifici circostanti, tra cui alcune palazzine che avevano ospitato in passato personalità eminenti quali il pittore Domenico Morelli e lo scrittore Antonio Altamura. Su tutta l’area, in verità, si potrebbe scrivere un ricco compendio di storia: ricordiamo che vi sorse la prima Accademia di Belle Arti (poi trasferita in via Costantinopoli), una serie di storiche botteghe di artigiani, l’Opificio delle Pietre Dure, per non parlare di tutte le chiese, i monasteri e gli edifici storici, dal Palazzo Spinelli alle prigioni di Santa Maria Apparente dove furono incarcerati Francesco Altamura, il politico Carlo Poerio e lo scrittore e patriota Luigi Settembrini come ci ricorda questo splendido video.


Umanista e filologo, Altamura fu docente di Letteratura Italiana, prima nella scuola superiore e poi nell’Università, in vari atenei (Pavia, Salerno e Napoli). Ha dialogato con importanti figure del mondo culturale napoletano del ‘900, quali il filosofo Benedetto Croce, l’archeologo Amedeo Maiuri, il bibliofilo Fausto Nicolini, e il prof. Giuseppe Toffanin di cui era allievo. Da grande linguista, ad Altamura si deve la pubblicazione nel 1957 del Dizionario Dialettale Napoletano, a cui seguirono altre importanti pubblicazioni, quali quelle della “Grammatica Napoletana”, del “Vocabolario Italiano – Napoletano”, dei “Proverbi Napoletani”, delle “Voci di Napoli” e le numerose ‘Nferte, circa usi e costumi, storia e aneddoti napoletani. Una vita consacrata alla rivalutazione della lingua partenopea a cui è giusto rendere omaggio.
Durante la cerimonia della scopertura della lapide sarà presente l’Assessore Nino Daniele e il Segretario generale dell’Accademia Pontaniana della quale lo scrittore fu socio, Ugo Criscuolo.
Un’iniziativa che non può lasciare indifferenti per l’energia di chi si è messo in gioco, con la pazienza e al contempo la caparbietà di scontrarsi con la lentissima burocrazia e inedia dei più, onde restituire a Napoli e ai napoletani un luogo simbolo e tesoriere di arte, cultura, e tradizione.
Flavia Balsamo
Flavia Balsamo
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