martedì 27 ottobre 2015

Giusto riconoscimento per Gerardo Marotta

Ho appreso con piacere che il Sindaco di Napoli ha ieri indirizzato al Capo dello Stato Sergio Mattarella la proposta di nomina a Senatore a vita del Prof. Gerardo Marotta fondatore e Presidente dell'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici.
Già due anni fa il Sindaco, a seguito di un ordine del giorno approvato dal Consiglio Comunale, interessò l'allora Capo dello Stato Giorgio Napolitano.
L'Istituto per gli Studi Filosofici ha sede dal 1983 , come noto, non molto distante dal Poggio delle Mortelle, in via Monte di Dio, nel prestigioso settecentesco Palazzo Serra di Cassano ed è divenuto un centro di cultura internazionale conosciuto in tutto il mondo.
L'iniziativa del Primo Cittadino tende a conferire il giusto riconoscimento ad un uomo che ha dedicato tutta la sua vita alla realizzazione di un centro che è crocevia della cultura europea come sostenne  lo storico  francese della filosofia Paul Dibon.
Il Prof. Marotta ha anche donato all'Istituto circa centomila preziosi  volumi della sua biblioteca.
E'dovere della comunità cittadina e nazionale onorare degnamente chi ha speso una vita per la diffusione della cultura costruendo un patrimonio immenso al servizio non solo della città ma dell'Italia tutta ed apprezzato a livello internazionale.
Mi auguro che quanto prima il Presidente Mattarella voglia conferire il giusto riconoscimento all'illustre figlio di Napoli.  

                                  NOTE SULL’ISTITUTO ITALIANO PER GLI STUDI FILOSOFICI
L’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici è stato fondato nel 1975 a Napoli da Enrico Cerulli, Elena Croce, Pietro Piovani, Giovanni Pugliese Carratelli e da Gerardo Marotta, che ne è anche il presidente, intorno alla biblioteca umanistica di oltre centomila volumi, messa insieme in un trentennio di pazienti ricerche di fondi librari in tutta Europa.
A circa un trentennio dalla fondazione, promossa da Benedetto Croce, dell’Istituto Italiano per gli Studi Storici, l’avvocato Gerardo Marotta avvertiva che del binomio vichiano verum-factum, filosofia-filologia, il polo debole era diventato proprio quello del pensiero speculativo, dal momento che appariva esaurito il grande slancio di dibattito teorico del primo dopoguerra, intenso ma spesso astratto, tanto da far nascere nell’animo di Croce l’intento di temperarlo e insieme rafforzarlo avviando i giovani sulla strada di rigorosi studi storici.
Nei primi anni di vita dell’Istituto, nato sotto gli auspici dell’Accademia dei Lincei, l’attività didattica e scientifica si è svolta in viale Calascione nella sede della biblioteca dell’Istituto. Questi locali divennero però ben presto angusti per la grande affluenza di studiosi e di borsisti di ogni parte d’Italia e d’Europa, che sempre più affollavano i seminari e i convegni.
Nel 1983 il Ministero per i Beni Culturali e Ambientali acquisiva al patrimonio dello Stato il settecentesco Palazzo Serra di Cassano e lo destinava in uso all’Istituto Italiano per gli Studi Filosoficiperché potesse sviluppare in una sede di adeguato decoro e funzionalità la sua vita, ormai al centro dell’attenzione degli studiosi di tutto il mondo. Un insieme architettonico fra i più notevoli del pur ricco patrimonio storico napoletano veniva così recuperato ad un’altissima funzione culturale.
Di questi spendidi ambienti, carichi di storia, l’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici ha fatto, come ha affermato il prof. Paul Dibon, “un crocevia della cultura europea”.
Da Eugenio Garin a Luigi Firpo, da Hans-Georg Gadamer a Karl Popper, tutti i maggiori esperti italiani e stranieri della storia del pensiero hanno tenuto seminari all’Istituto. Nel lungo anno accademico, che inizia ai primi di settembre, per concludersi soltanto a luglio inoltrato, ogni giorno si svolgono vari seminari e corsi di lezione destinati ai borsisti dell’Istituto, ai ricercatori, ai giovani, al vasto pubblico colto della città.
A un ritmo sempre più intenso l’Istituto si adopera anche per dare un contributo al riavvicinamento fra la cultura filosofico-umanistica e quella scientifica, con seminari di fisica e di biologia, cui hanno contributo vari premi Nobel, da Rita Levi Montalcini a Carlo Rubbia, da Steven Weinberg a Sheldon Glashow, da Marx Perutz a Ilya Prigogine. Ernst Gombrich, Francis Haskell, Ferdinando Bologna, Jean Starobinski hanno tenuto seminari di storia e teoria dell’arte, mentre al prof. Luigi De Rosa è affidata la direzione di incontri scientifici e pubblicazioni nel campo della storia economica.
In collaborazione con le più prestigiose istituzioni di cultura straniere, l’Istituto organizza periodicamente cicli di lezioni per i suoi borsisti presso università e centri di ricerca all’estero: dalWarburg Institute di Londra all’École Pratique des Études di Parigi, alle università di Cambridge, Warwick, Rotterdam, Austin, Monaco, Francoforte, Amburgo, Tubinga, Erlangen.
L’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, che è diretto dal prof. Giovanni Pugliese Carratelli e il cui attuale comitato scientifico è composto tra gli altri da Luigi De Rosa, Eugenio Garin, Tullio Gregory, Raymond Klibansky, Rita Levi Montalcini, Alfonso Maria Liquori, Gerardo Marotta, Vittorio Mathieu, Giovanni Pugliese Carratelli e E.G.C. Sudarshan, ha sviluppato anche un’ampia attività editoriale, volta al recupero dei momenti più alti della storia del pensiero.
Sono così nate collane di edizioni critiche dei testi della filosofia greca (La Scuola di Platone, La Scuola di Epicuro), del Corpus Reformatorum Italicorum, degli Illuministi italiani, delle Hegels Vorlesungen, mentre di continuo la collana di Memorie dell’Istituto mette a disposizione della cultura nazionale i risultati dei seminari.
Nel 1980 l’Istituto italiano per gli Studi Filosofici dava vita alla sua Scuola di Studi Superiori in Napoli, diretta da Tullio Gregory, per offrire ai giovani una possibilità di avviarsi ad una attività di studi e di ricerca, una volta conclusi gli studi universitari: Charles Schmitt, Robert Shakleton, Yvon Belaval, Paul Ricoeur, Otto Pöggeler, Dieter Henrich e moltissimi altri maestri hanno incontrato nei loro corsi di lezioni i giovani più promettenti laureati presso tutte le università italiane.

«L’Istituto è presente in tutta Italia, e poi in Francia e ovunque in Europa, nell’insegnamento e nella ricerca, in progetti editoriali audaci e necessari. È presente nei rapporti con le istituzioni pubbliche e private, quando apre la strada a nuove forme contrattuali fra lo Stato e la società civile, definendo i ruoli dell’intervento pubblico e delle fondazioni private, prendendo iniziative locali, nazionali, europee e internazionali.
Non conosco al mondo, oggi un progetto analogo, e altrettanto esemplare, attuato con tanta dolce ostinazione, con un tal genio dell’ospitalità. In nessun altro posto, in nessun’altra istituzione, ho trovato maggiore apertura e maggiore tolleranza, una così vigile attenzione nel tener presente contemporaneamente la tradizione culturale e le occasioni dell’avvenire».
Jacques Derrida (Ècole des Hautes Études en Sciences Sociales)
«Luogo d’incontro per gli studiosi, scuola di perfezionamento, centro di ricerca e officina editoriale: l’Istituto concepì fin dall’inizio progetti molto ambiziosi. Ma proprio quest’ambizione mobilitò le buone volontà a Napoli, sedusse e convinse i migliori spiriti in Italia e all’estero. L’intelligenza moderna, volentieri melanconica, ha nostalgia dell’energia: essa comprese immediatamente che un’ardente energia l’attendeva a Napoli.
La figlia di Benedetto Croce, Elena, essa stessa brillante scrittrice, una delle figure più luminose fra gli intellettuali italiani del dopoguerra, sostenne immediatamente l’iniziativa dell’avvocato Marotta. Non vide nessuna concorrenza con l’Istituto Croce, che aveva sede a Napoli nella casa del padre, dove borsisti e cittadini frequentano la biblioteca del grande filosofo scomparso».
Marc Fumaroli (Académie Française)
«L’Istituito è sede di iniziative non soltanto filosofiche, in quanto costituisce anche un aperto, vivo e libero foro di dibattito per altre comunità scientifiche e professionali. Questo, tuttavia, non ne cancella in alcun modo la specialità di centro di ricerca e di diffusione della cultura filosofica, che non può, comunque, restare isolata da altri saperi e pratiche.
Per capirlo basterebbe guardare sia ai corsi e ai seminari a livello internazionale (che hanno formato almeno una generazione di giovani studiosi, in una fase di sostanziale latitanza delle istituzioni), sia, soprattutto, all’immensa mole di testi filosofici pubblicati e in corso di pubblicazione, sia all’impresa di far conoscere e divulgare il pensiero filosofico in televisione e in cd-rom attraverso programmi patrocinati dall’Istituto».
Remo Bodei (Università di Pisa)

13 commenti:

  1. Marina Rigazzi Morelli
    altri soldi che pagheremo noi ...non se ne puo' piu'

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    1. Marina Rigazzi Morelli la Costituzione ne prevede cinque e al momento ne sono quattro. Credo che il discorso sul Prof. Marotta sia un po' più alto che dei soliti approfittatori politici.

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    2. Marina Rigazzi Morelli
      ma sai oggi come oggi siamo stufi di riconoscimenti vari che presuppongono altri "arraffamenti" sara' anche una esimia personalita' ,ma siamo stufi di mantenere gente che per anni sta vivendo sulle nostre spalle

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  2. Adelaide Curatola
    Marina Rigazzi Morelli Oh Gesù, accomunare una persona che ha dedicato tutta la sua vita alla cultura e alla sua diffusione nel mondo e costretto a vivere in ristrettezze, per questo, gli ultimi giorni che gli restano da vivere... accomunarlo o paragonarlo ad un truffatore o ad un accaparratore dei nostri soldi... non ho parole.

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    1. Marina Rigazzi Morelli
      mi dispiace per questa persona ..ma come aiutano chi di bisogno non ne ha spero che aiutino lui ! cmq si pensi anche a quelle persone che pur non essendo dei luminari ma delle persone qualunque non hanno una casa ne' da mangiare e vivono nelle strade anche con malattie gravi e non hanno nessuno che li aiuti ...il fatto che non siano persone colte o istruite non significa lasciarle morire cosi' .Questo signore vista la sua alta genialita' avra' pure una buona pensione ,non credo prenda le misere 550 € come molti milioni di pensionati !

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    2. Marina Rigazzi Morelli
      quindi e' solo una carica ad Honorem a quanto ho letto ...avevo capito altro e me ne scuso ...purtroppo non tutti sono cosi' colti da conoscere simili personaggi ...Pardon

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    3. Adelaide Curatola
      Gentile signora, io non ho mai pensato né scritto che Marotta valga più di Lei o di tanti altri. Lei l'aveva paragonato a certi parlamentari. Io non conosco bene questo professore ma so per certo che ora vive in ristrettezze per aver speso ogni suo avere nel desiderio di salvare la Biblioteca degli Studi Filosofici, il lavoro appassionato di tutta la sua vita. Mi dispiace dell'equivoco. La saluto cordialmente.

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    4. Marina Rigazzi Morelli
      la ringrazio

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  3. Rosanna Ricciardi
    Sarebbe uno dei pochi riconoscimenti meritati. Comunque Napoli deve molto a uomini come il prof. Marotta . Ciao Rosanna

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  4. Anita Salzano
    Sì ma a che serve? Credo che lui stesso non ne vedrebbe l'utilità ed il senso. Oggi!

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    1. Se l'oggi sta per l'età, Eduardo De Filippo fu nominato Senatore a vita ad 81 anni e nel poco tempo ancora a disposizione si è battuto a favore dei minori e della devianza giovanile. Proprio in questi giorni la Fondazione a suo nome ricorderà in un convegno (http://salzano-antonio.blogspot.com) e si impegnerà per la realizzazione dei suoi progetti discussi in Senato. Il riconoscimento al Prof.Marotta testimonierebbe la gratitudine non solo della città ma dell'intero Paese di aver contribuito con il suo Istituto alla diffusione ed allo studio delle scienze umanistiche a livello internazionale. Ti assicuro che lo renderebbe felice.

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    2. Anita Salzano
      Non mi riferisco all'età ma al nostro senato. Ma che senso hanno i senatori a vita? Allo stato grandi assenteisti.

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    3. Questo è altro discorso. Al momento il più alto riconoscimento che prevede la Costituzione per chi ha dedicato una vita per portare in alto il nome del Paese nel proprio campo, è questo

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