lunedì 17 dicembre 2012

La cena della Vigilia


La  vigilia di Natale era una delle  rare occasioni per organizzare una cena come realmente si desiderava, per gustare pietanze che ci si poteva permettere solo in altri rari momenti, alcune volte la Domenica ma mai tutte assieme, come tutte assieme si riunivano le famiglie con  genitori,nonni,nipoti, le immancabili zie signorine (‘e zitelle), mai meno di una decina di persone.

La stanza da pranzo, quella delle grandi occasioni, con il tavolo rettangolare allungato ad ambo i lati, i mobili  addobbati con ogni ben di Dio, insalata di rinforzo,broccoli al limone, pizza di scarole,il baccalà in bianco,arance e mandarini profumati, dolci tipici natalizi ed il gran vassoio o cesta con la frutta secca d’ogni tipo, ‘e sciòsciule, pronte per il gran finale.

Il presepe e l’albero illuminati, un profumo misto di frittura di pesce e di vongole veraci in olio bollente insaporito d’aglio pronte per essere immerse nei vermicelli; solite discussioni tra i sostenitori dei vermicelli in bianco e i…sì ma con un pomodorino schiattato ; io sono per la corrente di pensiero dell’assoluta incontaminazione del pesce di qualsiasi specie con altri sapori che ne modifichino anche se minimamente  il sapore.

Vermicelli  fumanti in tavola inondati di prezzemolo  ed una spruzzatina di pepe e subito cala il silenzio, un silenzio assoluto che dura solo  pochi minuti, il tempo di un 45 giri di Peppino Di Capri o Modugno o anche Dallara.

In attesa  della frittura del baccalà e del capitone che  andavano  mangiati  rigorosamente bollenti, la recita della poesia  del più piccolo o dei più piccoli della famiglia, sovente ripetuta dall’inizio più volte e l’applauso finale , chiaro segnale di ripresa della cena con la frittura di calamari e gamberi, capitone e baccalà e qui i 45 giri bisognava litigare per chi doveva cambiarli.

Dimenticavo il vino, chiaramente il rosso o il bianco sfuso do canteniére Manzo di vico Mortelle o la pessima bottiglia di Folonari regalo di chi proprio bene non ti voleva.

Per il resto….alla prossima

Da Il Natale in Napoli di Francesco Mastriani

“…I cibi di rito della cena della vigilia sono i vermicelli, il cavol fiore,i pesci di ogni specie, e massime il capitone e l’anguilla,gli struffoli (pasta dolce con miele e tagliuzzata) i mostaccioli,i susamielli,ogni sorta di seccumi,le ostriche ed altri camangiari di magro, che s’imbandiscono a seconda del gusto e dell’agiatezza delle famiglie….”



9 commenti:

  1. Roberto Falcione
    la bottiglia del folonari .. tremenda hahahaha per il resto, capitone a parte faccio uguale uguale caro Antonio

    RispondiElimina
  2. Quì il tempo si è fermato. Ancora oggi,..tutto uguale,..ma con piacere!!!!!
    Costantino Longano

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Costantino, grazie a Dio nelle nostre famiglie sono vive non solo le tradizioni ma la voglia di trascorrere assieme queste giornate gustando quelle pietanze dei nostri genitori...vero è che le loro mani erano quelle dell'esperienza,della passione e del culto della buona cucina napoletana.

      Elimina
  3. Pancrazio La Spina
    Un grazie ad Antonio Salzano per il suggerimento. Cercherò di fare così.

    RispondiElimina
  4. Pancrazio La Spina
    .. ma qui il baccalà è difficile trovarlo.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Pancrazio, mi sono fermato per ora al primo e al secondo , ma credi che finisce quì?

      Elimina
    2. Pancrazio La Spina
      No. Lo so, perche anche da noi si usava portare a tavola la vigilia 13 "cose".

      Elimina
  5. Rosa Noviello
    Dobbiamo a questi quartieri ed al nostro vissuto quello che siamo oggi.

    RispondiElimina
  6. Giorgina Busca Gernetti
    Ottima cena, certamente napoletana perché da noi i cibi sono un poco diversi, pur restando nell'ambito del "magro", cioè pesce.

    RispondiElimina