sabato 21 settembre 2013

Articolo de IL DESK Quotidiano


 


 



La  chiesa  di  San  Carlo  alle  Mortelle  e  quel  restauro mai cominciato
 
Quattro anni fa il pavimento settecentesco fu inghiottito da una voragine a causa di una perdita d'acqua: a nulla sono valsi gli appelli dei residenti, che continuano a invocare l'avvio dei lavori


NAPOLI - Era di notte. La notte del 23 settembre di quattro anni fa quando, a causa del cedimento di una volta di tufo del sottosuolo provocata da una perdita di acqua, una larga voragine inghiottì la gran parte del pavimento del fine Settecento della chiesa di San Carlo alle Mortelle. Dell’edificio di epoca barocca, eretto fra il corso Vittorio Emanuele e via Nicotera, parrocchia attiva frequentata da grandi anziani e piccini, resta solo il ricordo di come era al suo interno.
Sì, perché dal giorno dell’incidente, se tale si può chiamare lo sprofondamento di un pezzo di “storia” all’interno di una chiesa, nessuno a parte i vigili del fuoco e i tecnici che hanno fatto sopralluoghi per verificare la staticità del posto ha potuto più mettere piede nel luogo di culto. A nulla sono valsi gli appelli dei residenti del quartiere alle istituzioni cittadine e le conseguenti promesse (l’ex sindaco Rosa Russo Iervolino spiegò un anno dopo che erano stati stanziati cinquemila euro per le opere di rifacimento), a nulla è valso l’appello al Presidente della Repubblica di accelerare i lavori di restauro, il portone di San Carlo alle Mortelle resta tristemente chiuso. Eppure, non è che mancano i soldi: nel 2011, infatti, sono stati concessi 1,5 milioni di euro per questa operazione dall’Arcus, una società fondata nel 2003 dal ministero per i Beni Culturali e finanziata dal ministero dell’Economia, che gestisce i fondi per la promozione dell’arte e della cultura nel nostro Paese.
Di questo denaro, 500mila doveva essere stanziato nello stesso anno e il restante quello successivo. Così gli abitanti e i fedeli hanno deciso, in occasione del triste anniversario, di riunirsi alle 18, coinvolgendo anche i movimenti e le associazioni per discutere del presente e dell’immediato futuro della zona per chiedere l’immediato avvio dei lavori per l’apertura della chiesa, un progetto di riqualificazione della piazza e per restituire vivibilità al quartiere in un contesto più ampio di recupero dei Quartieri Spagnoli. Tra i tanti messaggi di adesione e di annunci di partecipazione anche quello, affidato ad una lettera del “Parroco storico” Franco Alfarano che ha scritto “Forse lunedì sera ci incontreremo insieme davanti alla chiesa di San Carlo alle Mortelle ormai chiusa e abbandonata, non tanto per ricordare il nostro passato, ma perché, come dice il salmista, siamo qui “perché la Casa di Dio brucia nel mio Cuore”. (barbara tafuri)
20/09/13





 
 

 

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