La sua congenita riservatezza e la battuta dotta ed elegante sempre pronta, propria dell'autentico gentiluomo napoletano, oggi, a distanza di ventun'anni dalla sua scomparsa, se potesse vedermi mentre scrivo questo semplice affettuoso ricordo, non mi risparmierebbe una solenne ...mandata a quel paese.
Conoscendolo, non avrebbe gradito si parlasse del suo valore,delle sue benemerenze, egli era ben consapevole che i suoi scritti, le oltre 150 pubblicazioni erano state il suo contributo alla letteratura italiana, alla cultura meridionale e,con un amore particolare, a quella napoletana, un contributo concreto lontano dai riflettori con una discrezione senza uguali.
La sua opera forse più conosciuta anche ai non addetti ai lavori è senza dubbio il dizionanrio dialettale napoletano che, pur non essendo stato il primo, si differenziava dagli altri pubblicati nel secolo precedente per il contenuto certamente più esaustivo che derivava dalle lunghe e attente ricerche compiute sull'etimologia delle parole ed una maggiore sintesi di talune espressioni che ne determinavano una semplificazione e,quindi,una comprensione più compiuta.
Ma quì si è voluto principalmente ricordare un uomo illustre che ha dato a Napoli ed alla sua cultura un segno che va oltre la memoria corta e la irriconoscenza di una città che vive, come del resto l'intero Paese, un lungo periodo di decadimento culturale dovuto principalmente ad una classe politica di modesto livello dove i cosi definiti assessori alla cultura che si sono succeduti in questi ultimi vent'anni non hanno ritenuto neanche di dovergli intitolare una strada, un vicolo.
Antonio Altamura, non avrebbe commentato, avrebbe sorriso e sorvolato sull'argomento e, anche questa volta, mi avrebbe affettuosamente mandato a quel paese.
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Nato a Napoli il 18.09.1914 , compie i suoi studi fino alla maturità classica all’Istituto Pontano dei padri gesuiti.
Nel 1937 si laurea in Lettere all’Università degli Studi di Napoli.
Nel 1940 vince il concorso a cattedra di italiano e latino nei licei, ricoprendo le sedi di Castellammare di Stabia e di Napoli presso il Liceo Ginnasio “J. Sannazaro”.
Nel 1950 consegue la Libera Docenza in Letteratura Italiana.
Nel 1954 vince il concorso a Preside di prima categoria, ricoprendo incarichi presso il Liceo Classico di Vallo della Lucania (Sa), il Liceo Classico di Sarno (Sa), l’Istituto Magistrale “G. Mazzini” di Napoli ed infine quello presso il Liceo Classico “G.B. Vico” di Napoli.
Dal 1970 riceve l’incarico di professore incaricato per l’insegnamento di Filologia Italiana presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Salerno.
Dal 1972 al 1977, contemporaneamente al predetto insegnamento universitario, ricopre l’incarico di professore per l’insegnamento di Letteratura Italiana presso l’Istituto Universitario Orientale di Napoli.
Nel 1976 vince il concorso a cattedra per professore ordinario di Letteratura Italiana presso l’Università di Pavia, sede mai raggiunta per motivi di salute. Nello stesso anno va in pensione come preside del Liceo “G.B. Vico”.
Tra l’altro, era stato vincitore del concorso per Ispettore Centrale di Ministero della Pubblica Istruzione, dove non aveva mai voluto entrare in quel ruolo.
BENEMERENZE :
- Laurea in Lettere honoris causa dell’Università di Parigi ;
- Socio Ordinario dal 1958 dell’Accademica Pontaniana di Napoli ;
- Premio Napoli per la Linguistica e la Dialettologia del 1965 ;
- Ispettore Onorario per i beni culturali per la zona di Massalubrense (Na) dal 1968 ;
- Premio per l’attività culturale svolta, rilasciato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri per gli anni 1966 e 1970 ;
- Il Presidente della Repubblica, con “motu proprio” gli conferisce l’onorificenza di Grande Ufficiale della Repubblica Italiana ;
- Nel 1976 gli viene conferita la medaglia d’oro per i benemeriti della scuola, della cultura e dell’arte da parte del Ministero della Pubblica Istruzione.
Scompare a Napoli il 31.01.1980 .
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